Omicidio stradale: quante capriole, ministro Cancellieri!

Omicidio stradale: quante capriole, ministro Cancellieri! Prima era contraria

Prima era contraria, poi favorevole all'omicidio stradale volontario: ora, una via di mezzo...

4 Febbraio 2014 - 05:02

La politica italiana si basa in gran parte sugli annunci. Volete un esempio? Prendete l'attuale ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri. Nell'aprile 2012, quand'era ministro dell'Interno, si disse contraria all'omicidio stradale: “Sull'introduzione del reato di omicidio stradale gravano perplessità di ordine tecnico relative, in particolare, all'individuazione dell'elemento soggettivo e ai rischi di sovrapposizione con le ipotesi dolose e colpose già disciplinate dal Codice penale”. E per la revoca delle patente a vita? “Una sanzione lunga è già efficace, dato che la patente può essere uno strumento di lavoro”. A inizio gennaio 2014, il primo dietrofront della Cancellieri: “Entro gennaio porterò in Consiglio dei ministri – ha affermato il Guardasigilli – un pacchetto di norme sulla giustizia che conterrà anche l'introduzione del reato di omicidio stradale. La cosa più importante è l'efficacia delle norme che verranno adottate. Che colpiranno gli autori di questi reati, che sono gravi, per fare in modo che le vittime abbiano la giustizia che meritano. Spesso infatti le famiglie delle vittime si sentono offese nel loro dolore perché non hanno i riscontri che meriterebbero”. Insomma, un nuovo reato di omicidio stradale, quasi volontario, per chi causa incidenti mortali sotto l'effetto di alcol o stupefacenti. Un reato che vada a sostituire l'attuale reato di omicidio colposo (per imprudenza, negligenzia, imperizia), sempre più spesso ritenuto non congruo e non efficace per svolgere l'opportuna funzione di deterrenza.

LE REAZIONI DI INIZIO GENNAIO – Dopo quelle parole della Cancellieri, intervenne il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi: “Si tratta di uno dei punti qualificanti del nuovo Codice della strada, per il quale ho chiesto la delega al Parlamento già nel settembre scorso e al quale stanno lavorando gli uffici del mio ministero, coordinati dal sottosegretario Erasmo D'Angelis”. Il quale aggiunse: “Era l'impegno che mancava, sollecitato da numerose associazioni di vittime della strada e dal nostro ministero. E adesso il 2014 può davvero diventare l'anno dell'introduzione dell'omicidio stradale sia nel Codice penale che nel nuovo Codice della strada per responsabilizzare chi guida. È iniziata alla Camera la riforma del Codice della strada che prevede l'inasprimento delle sanzioni per chi provoca incidenti mortali sotto effetto di alcol o droghe. Tra i princìpi è inserita la fattispecie dell'omicidio stradale per comportamenti particolarmente pericolosi e una importantissima norma coordinerà la durata della sospensione cautelare della patente, disposta dal Prefetto, fino a conclusione del procedimento penale”.

SECONDA GIRAVOLTA – Adesso, un'altra virata improvvisa della Cancellieri. Che ha ricevuto il presidente dell'Aifvs (Associazione italiana familiari e vittime della strada) Giuseppa Cassaniti, l'avvocato dell'Associazione Gianmarco Cesari e il professor Dario Vangi dell'Università di Firenze. L'Aifvs ha consegnato 30.000 firme per sostenere la propria proposta di legge per l'inasprimento delle pene nei casi di omicidio stradale senza istituire una figura autonoma di reato. Stando alle Vittime della strada, il ministro della Giustizia ha convenuto con l'Aifvs che attualmente le pene per i criminali stradali si attestano sempre al minimo della pena e non sono congrue rispetto alla entità del danno arrecato alle vittime, non consentendo alcuna riconciliazione ed espiazione effettiva. Così, la Cancellieri, dicono le Vittime, si è impegnata a portare al Consiglio dei ministri la proposta di riforma dell'omicidio colposo stradale. Occhio: per il ministro, adesso, occorre un intervento legislativo d'urgenza che non introduca una fattispecie autonoma di reato doloso, ma inasprisca le pene dell'omicidio colposo e selezioni le violazioni del Codice della strada in cui possa ravvisarsi azzardo e temerarietà con consapevolezza della pericolosità della condotta. Capito? Un omicidio colposo (non doloso, non volontario). Il terzo cambiamento di rotta in pochi mesi da parte della Cancellieri. Premesso che qualcosa va fatto per arginare il fenomeno della guida in stato alterato (e della pirateria in generale), ci riesce difficile capire il perché di questi mutamenti di direzione del ministro; e siamo sicuri che un un omicidio colposo più duro sia sufficiente per limitare i casi di incidenti dovuti ad alcol e droga?

LE IDEE DELLE VITTIME DELLA STRADA – Comunque, Cesari e Vangi hanno illustrato al ministro le norme del Codice della strada cui ricollegare una grave pericolosità sociale e una condotta criminale tale da comportare, secondo la proposta delle Vittime, una condanna detentiva non inferiore a 14 anni. In particolare, la guida in stato di alterazione, il mancato arresto a un posto di blocco, il passaggio col rosso da almeno due secondi. Ma anche l'inversione di marcia in corrispondenza o in prossimità di intersezioni, curve e dossi. Così come l'uso improprio di cellulari (guida col telefonino in mano), il sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un dosso, di curve, di strisce pedonali. Non ultima, la marcia contromano all'interno di una corsia o carreggiata destinata all'opposto senso di marcia (con l'imbocco contromano non dovuto a cause di limitata visuale). Per l'imputazione in riferimento a queste violazioni del Codice della strada, sarà necessario che il pubblico ministero ricostruisca l'incidente stradale con l'ausilio di un consulente tecnico, di un ingegnere legale formato in ricostruzione della dinamica e della biomeccanica degli incidenti stradali. La palla passa al ministero: in ogni caso, sono norme delicatissime, che (se mai dovessero divenire realtà) faranno discutere parecchio.

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