
Chi pedala vorrebbe farlo anche contromano, ma un parere ministeriale sostiene (giustamente) che è pericoloso. Ma la segnalatica a volte confonde.
Non è una sentenza, quella emessa qualche giorno fa dal ministero dei Trasporti Terrestri e delle Infrastrutture, ma un semplice parere. Che però conta, e che potrebbe disturbare i piani e i desideri delle varie associazioni di sostenitori della bicicletta, i quali vorrebbero una revisione generale delle norme della circolazione che permetta ai ciclisti di imboccare contromano le strade a senso unico.
PEDALI IN CAUSA – In realtà, in molti comuni, accanto ai cartelli di senso unico esistono pannelli integrativi che consentono già alle bici di circolare in senso contrario, ma in alcuni di essi si registra un preoccupante aumento dei casi in cui vetture che procedevano regolarmente nel loro senso di marcia si sono scontrate frontalmente con ciclisti che andavano contromano e che hanno poi fatto causa alle amministrazioni chiedendo risarcimenti per danni morali e materiali. Le motivazioni di queste richieste si basano sul fatto che la segnaletica che consente ai ciclisti le eccezioni è contradditoria, può creare confusione e quindi situazioni di pericolo che potrebbero sfociare in incidenti.
DOCUMENTO CHIARO – Di fronte a tale situazione, qualche dirigente di polizia municipale ha chiesto lumi al ministero, il quale ha risposto con un documento firmato da Francesco Mazziotta, dirigente della divisione sicurezza stradale, il cui significato non lascia spazio ai dubbi: «I segnali di senso unico indicano che i conducenti possono utilizzare l'intera larghezza della strada e i pannelli integrativi, indicanti l'eccezione per le biciclette, sia in corrispondenza del segnale di senso vietato che del segnale di senso unico, risulterebbero contraddittori rispetto al significato del segnale cui sono abbinati». Di fronte al documento, il comandante della Polizia Municipale di Verona, Luigi Altamura, ha così commentato: «Quello del ministero è un parere, ma con un minimo di vincolo, importante sul piano delle responsabilità. E pone nuovi vincoli ai progettisti o comunque a colui che firma le ordinanze relative al traffico. Il parere tecnico evidenzia infatti la pericolosità, e quindi la mancanza di sicurezza, che si può verificare in simili circostanze (quelle delle strade dove esiste la segnaletica d'eccezione-ndr), perchè l'automobilista che procede in una strada a senso unico è convinto di non incontrare ostacoli sull'altro senso di marcia».
CICLISTI AGGUERRITI – Tuttavia, la città scaligera, e non solo lei, deve fare anche i conti con l'Associazione Amici della Bicicletta, un'organizzazione piuttosto agguerrita che, assistendo una ciclista veronese “pizzicata” a circolare in controsenso in una via dove ciò non era assolutamente consentito e per questo sanzionata con 150 euro di multa e la perdita di quattro punti della patente, l'ha affiancata nel ricorso al giudice di pace, che ha annullato la seconda parte della sanzione. Il comandante Altamura, quindi, si trova tra l'incudine e il martello: da una parte, forte del parere del ministero, vorrebbe probabilmente eliminare la segnaletica con “eccezione” per i ciclisti che potrebbe creare grattacapi legali all'amministrazione, ma dall'altra è ben cosciente che eliminare la segnaletica esistente potrebbe provocare le proteste dei ciclisti che, al contrario, vogliono invece poter circolare in senso unico e auspicano anzi una maggiore liberalizzazione. Proprio per questo, Altamura, a margine del commento sul parere ministeriale, ha concluso con una dichiarazione conciliante: «Questa può essere l'occasione per attivare quanto prima un tavolo-consulta con gli Amici della bicicletta per mettere mano alla questione e sistemare una volta per tutte la circolazione riservata ai ciclisti».