3 Commenti

Paoblog
10:10, 27 Agosto 2014

ed infatti mi scrive un lettore del mio Grupo su Facebook: “Ne ho proprio una qui sul tavolo. Infrazione del 22/04, notificata il 12/08 (quindi ben dopo 90 giorni). Solo che i 90 giorni partono dal 26/07, data in cui i vigili hanno visionato la foto.”

Michele
12:21, 27 Agosto 2014

L'interpretazione applicata dal Comune di Milano viene seguita anche da altri comuni da parecchi anni. Ricevetti nel 2010 una contravvenzione per essere entrato nella ztl di Pesaro e subito notai che erano trascorsi i 90 giorni per la notifica. Ma poi c'era indicato che la contravvenzione era stata accertata un paio di mesi dopo all'atto della verifica delle foto. Quindi i 90 giorni sono stati calcolati da quel giorno e non dal giorno effettivo dell'infrazione. Corretto o non corretto? Come sempre la lingua italiana si interpreta, l'articolo del CdS “pare” dire una cosa, ma ne può dire un'altra. ll problema sta, infatti, nella frase “entro novanta giorni dall'accertamento”. O si chiarisce che è il giorno in cui la violazione è avvenuta altrimenti si continuerà così. Perché è anche vero che se si “sbobina” il tutto qualche settimana o mese dopo, l'accertamento di fatto avviene, per l'appunto, settimane o mesi dopo e solo da quel giorno partono i 90 giorni.

Osvaldo
15:04, 21 Settembre 2014

Ormai non ci si può stupire più di nulla se per ogni legge decreto o quant'altro si possa modificare unilateralmente ciò che è' stabilito. Non sono un giovincello di primo pelo, e mi sono sempre schierato per il rispetto delle regole cercando anche di inculcarle a mio figlio o altre persone; purtroppo devo riconoscere che ho fallito, e dare ragione ha chi si è' sempre arrangiato al di fuori di ciò che a me sembrava indiscutibile. La libertà di una persona finisce dove altri calpestano la tua; passi pure quando a farlo sono prepotenti individui, ma quando ciò è opera delle istituzioni di ogni livello (stato, regioni ,comuni, enti pubblici, ecc. ecc.) vuol dire che non esiste più certezza del diritto e si precipita nelle condizioni in cui versa in particolare la nostra ITALIA. Il mio non è un semplice sfogo, ma l'amara constatazione che al momento non vedo vie d'uscita, salvo che a precipitare nel baratro. Con immenso disgusto, OSVALDO

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