Mercato di agosto: salgono (di poco) le immatricolazioni, ma scendono gli ordini

Mercato di agosto: salgono (di poco) le immatricolazioni, ma scendono gli ordini La modesta crescita delle targature di nuove auto non fa felici gli operatori

La modesta crescita delle targature di nuove auto non fa felici gli operatori, che registrano un calo dei nuovi contratti. L'autunno sarà caldo

2 Settembre 2011 - 12:09

Le immatricolazioni di auto nuove in Italia hanno registrato in agosto un contenutissimo +1,51% sullo stesso mese dell'anno scorso (70.307 unità contro 69.262), che a sua volta era risultato in pesantissimo ribasso (-18,6%) rispetto all'agosto 2009. Insomma, se è vero che comunque una rondine non fa primavera, c'è da dire che questa “rondinella” agostana del +1,51% è davvero ben poca cosa rispetto a ciò che servirebbe per far ritornare il sorriso negli autosaloni, senza contare che da quelle 70.307 vetture va comunque decurtata la quota delle “km zero” che “imbroglia” i veri numeri complessivi.

PROSPETTIVE NEGATIVE – Immatricolazioni a parte, però, ulteriori e più gravi preoccupazioni suscita il dato della raccolta ordini di vetture nuove di agosto, che le organizzazioni di categoria Anfia e Unrae quantificano approssimativamente in un -3% rispetto a un agosto 2010, già catastrofico, che aveva registrato un -20,6% rispetto all'identico mese del 2009. Se a ciò si aggiungono le “batoste”, fiscali e non, già arrivate a pesare sulle tasche degli automobilisti (i rincari dei carburanti dovuti anche all'aumento delle accise petrolifere) oppure in arrivo (l'aumento dell'Ipt previsto dalla manovra economica), il deterioramento del quadro economico complessivo e il peggioramento di alcuni indici congiunturali (per esempio, quello della fiducia dei consumatori, crollato a 100,3 dal 103,7 di luglio), la conclusione è una sola: per il mercato italiano dell'auto si prepara un autunno di fuoco che giustifica i disperati (e pressoché inascoltati) allarmi lanciati dalle associazioni della filiera dell'auto.

CONTI A RISCHIO – Non vogliamo essere accusati di far la parte dei “profeti di sventure”, ma riteniamo che sia necessario guardare il presente, e soprattutto il futuro, con una buona dose di sano realismo. Già scorrendo i dati delle immatricolazioni cumulate del periodo gennaio – agosto 2011, si può notare come non siano pochi i costruttori i cui numeri delle vendite sono ormai ridotti davvero al lumicino, con una perdita dei volumi di vendita rispetto al passato a dir poco drammatica. Dall'inizio dell'anno, Daihatsu ha perso il 39,57% delle sue immatricolazioni, che a oggi sono di appena 3.915 vetture. Mazda, invece, ne ha lasciate sul terreno il 39,89% e il risultato complessivo è di 7.982 macchine. Mitsubishi ha visto il dato percentuale crescere di ben il 76,61%, ma anche così non è riuscita a immatricolare più di 3.078 vetture. Subaru s'è fermata a 3.327 pezzi (-4,84%), mentre Honda, che nel corso dell'anno ha dovuto rinunciare al 22,46% delle immatricolazioni rispetto al 2010, ne ha totalizzati 8.376. Sono volumi oggettivamente molto bassi e va tenuto presente che quando le vendite scendono al di sotto di una certa massa critica, diventa difficile sostenere i costi della rete di concessionari e officine, quelli della distribuzione e quelli del marketing, che non sono comprimibili all'infinito. Se le prospettive sono poi di ulteriori peggioramenti, è chiaro che, a meno di non riuscire ad abbassare questi costi, può diventare controproducente mantenere la presenza del marchio sul mercato.

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