
Una nuova serie di indagini disposta dalla procura di Torino ha accertato che è ancora diffusa l'abitudine, da parte dei produttori di gomme, di conservarle in modo non idoneo
Il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello, assai noto per inchieste che hanno fatto scalpore (per esempio, quella che hanno riguardato il mondo del calcio e quella per il rogo all'acciaieria ThyssenKrupp di Torino), ha colpito ancora e, dopo precedenti indagini risalenti a qualche anno fa, è tornato a occuparsi di pneumatici.
DETERIORAMENTO PERICOLOSO – L'ipotesi di accusa, che riguarda i produttori di gomme, non è di quelle leggere: violazione del Codice del Consumo per l'immissione sul mercato di prodotti pericolosi. Nella fattispecie, i prodotti sono proprio gli pneumatici, che secondo Guariniello non verrebbero conservate nel modo più idoneo a mantenerne nel tempo le caratteristiche di sicurezza. Tutte le gomme immagazzinate subiscono nel tempo un naturale processo di deterioramento che provoca uno scadimento delle loro qualità. Per esempio, la mescola si indurisce e perde elasticità, modificando di conseguenza il comportamento su strada del veicolo sul quale le coperture sono montate. Il processo di deterioramento è inevitabile, ma viene ulteriormente accelerato se gli pneumatici non vengono conservati correttamente. Proprio per questo, la conservazione deve avvenire secondo precise regole.
SOLO PIRELLI S'È ADEGUATA – Le indagini di Guariniello, iniziate nel 2008, erano state seguite dalla segnalazione del problema al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Era stato appurato che gli pneumatici venivano stoccati anche per 10 anni (la legge ne prescrive al massimo cinque, oppure sette, se la conservazione avviene secondo certe modalità) in modo tutt'altro che adeguato: per esempio, all'aperto o comunque in condizioni di temperatura e umidità destinate ad accelerarne il deterioramento. Ora il magistrato ha disposto una nuova serie di ispezioni presso i depositi di quattro grandi produttori, Michelin, Bridgestone, Goodyear e Pirelli, che hanno permesso di accertare che solo quest'ultimo s'è adeguato alle prescrizioni e conserva le gomme in modo idoneo a preservarne il più possibile nel tempo le caratteristiche originarie.