La «ripresina» asfittica del mercato dell'auto: +3,58% a maggio

Le immatricolazioni di vetture nuove si riprendono molto meno di quanto sarebbe auspicabile: la ripresa di fatto non c'è. E Federauto bacchetta un Governo «assente»
Il mese di maggio del mercato dell'auto s'è chiuso con 170.603 vetture nuove immatricolate, con un aumento del 3,58% rispetto allo stesso mese del 2010. Numeri ben diversi da quelli che potrebbero far parlare di un vero recupero. L'ha opportunamente sottolineato Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, il quale ha rilasciato un lungo comunicato al vetriolo che riassumiamo per brevità:
«Per un non addetto ai lavori quel +3,58% potrebbe sembrare un segnale di ripresa. Niente di più sbagliato. È invece un dato devastante che conferma il trend negativo del “post-incentivi alla rottamazione” iniziato il 1° aprile 2010. Continuando così, chiuderemo l'anno con 1,8 milioni di immatricolazioni. Un disastro rispetto alla media degli ultimi esercizi che vedeva un mercato a 2,2 milioni con punte di quasi 2,5. E nonostante noi fatturiamo il 12% del Pil e nel settore autoveicoli, in Italia, tra dipendenti diretti e indotto lavorino 1,6 milioni di persone, il Governo è assente. La crisi dell'auto, in termini di riduzione dell'occupazione, ricorso agli ammortizzatori sociali e riduzione del gettito fiscale pone un costo sociale imponente. Solo il mancato incasso dell'Iva e di altre imposte costerà quest'anno allo Stato circa 2 miliardi di euro. Dopo la pausa imposta dalle elezioni, riteniamo urgente che il Governo si occupi finalmente del rilancio dell'economia soppesando anche i segnali provenienti dal mercato auto. Confermiamo le richieste già espresse nell'incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani: interventi volti a favorire la sostituzione dei veicoli euro 0, 1 e 2 con una pianificazione di medio periodo spalmata almeno su tre anni, sostegno alle vetture a basso impatto ambientale, rivisitazione del regime tributario degli autoveicoli aziendali, impegno a non gravare ancora sugli automobilisti con le accise o l'aumento dell'Ipt o altre imposte. E molto altro ancora che presenteremo al prossimo tavolo di lavoro promesso dal ministro Romani».
TEMPI D'ORO? UN RICORDO – Le preoccupazioni di Pavan Bernacchi sono certamente condivisibili, ma esprimiamo forti dubbi sul fatto che il mercato, anche con le misure governative proposte, possa riprendersi a tal punto da avvicinarsi ai numeri da lui citati, che sono quelli degli anni d'oro dell'auto in Italia. Anche con tutti gli aiuti del caso, l'attuale situazione economica del Paese e le capacità di spesa degli italiani non ci sembrano tali da consentire di tornare facilmente a 2,2 o, ancora di più, a 2,5 milioni di vetture immatricolate l'anno. Almeno, non senza sacrificare altri capitoli di spesa delle famiglie che si rifletterebbero negativamenti su altri settori merceologici, aggravando ulteriormente una contrazione dei consumi che non investe soltanto l'auto.