Il T-Red non fa paura: uno su dieci passa col rosso volontariamente.

Il T-Red non fa paura: uno su dieci passa col rosso volontariamente. Il 9

Il 9,6% di guidatori intervistati che dichiara di passare col rosso con una certa frequenza: mi sembra una percentuale troppo alta per dare ragione a chi ritiene che le multe ai ...

10 Gennaio 2011 - 12:01

Il 9,6% di guidatori intervistati dichiara di passare frequentemente col rosso – C'è una cosa che mi colpisce più di tutte nel rapporto Aci-Censis 2010. No, non è il fatto che crisi e traffico abbiano indotto gli italiani a usare meno l'auto: quella è una tendenza già acclarata da tempo, tanto che le case automobilistiche l'hanno tranquillamente digerita chiedendo una tassazione basata non più sulle caratteristiche della vettura (fondamentalmente la potenza, come si fa oggi) ma su quanto la si utilizza (è un modo per continuare a vendere lo stesso nonostante la congestione, perché si stuzzica la voglia di acquisti sfiziosi senza creare occasioni di “pentimento” nel traffico). Ciò su cui voglio attirare la vostra attenzione è quel 9,6% di guidatori intervistati che dichiara di passare col rosso con una certa frequenza: mi sembra una percentuale troppo alta per dare ragione a chi ritiene che le multe ai semafori con apparecchi automatici siano solo un modo per spillare quattrini a trasgressori inconsapevoli perché ingannati da tempi di giallo troppo brevi.

Stessa percentuale per il mancato uso della freccia – Infatti, qui stiamo parlando di persone che dichiarano di passare consapevolmente e volontariamente col rosso. E quel 9,6% è secondo solo a infrazioni universalmente diffuse come distrazione col cellulare, eccesso di velocità, sosta selvaggia e mancato uso delle cinture (perlomeno in città). A “pari merito” c'è il mancato uso della freccia. Non mi sembra casuale se molti Comuni abbiano puntato sui controlli automatici ai semafori: se i trasgressori sono così tanti, anche gli incassi potevano essere tanto alti da coprire quantomeno le spese.

Comportamento basato sulla durata del giallo – Immagino già l'obiezione: la maggior parte delle infrazioni avviene entro un secondo o poco più da quando scatta il rosso e ciò dimostrerebbe che sono situazioni in cui i guidatori vengono sorpresi dal rosso. Personalmente, conosco anch'io quei numeri già da prima che circolassero queste tesi e penso sia possibile anche un'altra spiegazione: gli utenti abituali della strada tarano il proprio comportamento in base alla durata del giallo a loro nota, per sfruttarla fino all'ultima frazione di secondo. Cosa non solo vietata dal Codice della strada, ma anche pericolosa (se non altro per il fatto che un semaforo si può guastare o può avere un tempo di giallo effettivo inferiore a quello impostato, come capita ai più vecchi apparati con funzionamento meccanico). Dunque, anche aumentando il tempo di giallo il numero di infrazioni alla lunga potrebbe restare costante: alla luce di quel 9,6% del rapporto Aci-Censis, è verosimile che non pochi guidatori ritarino il proprio comportamento per continuare a sfruttare anche l'ultimo istante del giallo, senza utilizzare il maggior tempo che invece gli si darebbe per fermarsi.

Fonte – mauriziocaprino.blog.ilsole24ore.com

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