Il settore dell'auto è davvero in crisi?

Il settore dell'auto è davvero in crisi? Cambia la geografia del mercato

Cambia la geografia del mercato, ma a livello globale le vendite salgono costantemente. La Cina è prima per auto vendute

21 Maggio 2014 - 08:05

“Chi vede un ridimensionamento del settore auto si sbaglia. Mai come oggi infatti l'automobile è diffusa nel mondo con 83,5 milioni di pezzi (tra autoveicoli e veicoli commerciali) venduti nel 2013: il 44% in più rispetto a 10 anni fa”. Così ha parlato Gabriele Maramieri, Direttore Generale di Quintegia in apertura dell'Automotive Dealer Day di Verona. I numeri citati sono assolutamente corretti, ma da soli non bastano a definire lo scenario mondiale, infatti Maramieri ha aggiunto “Se è vero che nei mercati maturi come quello europeo l'auto rallenta, con una perdita nell'ultimo decennio del 3,9%, allo stesso tempo si assiste a un boom delle Case nei paesi emergenti, come Cina (+440%), Brasile (+169%) e Russia (+125%)”

CAMBIA LA GEOGRAFIA DEL MERCATO – Questo vuol dire che geografia del mercato mondiale dell'auto è cambiata inesorabilmente, con una classifica che vede al primo posto la Cina, con 21,9 milioni di immatricolazioni nel 2013, a seguire USA (15,6 milioni), Giappone (5,3 milioni), Brasile, Germania, India, Russia e Regno Unito. L'Italia è dodicesima, con una perdita netta del 42,5% del mercato.

LE INCERTEZZE DEL FUTURO – Ma secondo Maramieri “Ciò non significa che da noi l'auto ha perso di importanza. È vero il contrario: in Italia come in Europa, dove la crisi ha morso più che in altre aree, si assiste oggi a un impulso nuovo, dettato dalla tecnologia e dalla mobilità condivisa. Oggi l'auto non è più solo una 'quattroruote' ma un insieme di valori e servizi un tempo inimmaginabili e su queste leve deve puntare il settore: dal car sharing 'low cost' per i giovani all'auto crossmediale”.

LA PERDITA DI POTERE D'ACQUISTO – Queste parole sono figlie di una visione ottimistica, forse un po' parziale, che non tiene conto di fattori determinanti come la drastica perdita di potere d'acquisto da parte delle famiglie e dei giovani, che da anni aumenta inesorabile, senza alcun cenno di inversione di tendenza. Allo stesso tempo i costi di gestione e manutenzione sempre più alti allontanano molte persone dall'acquisto di un'auto. In questo senso il car sharing può rappresentare una soluzione alternativa per chi non può possedere un'automobile, ma di certo non potrà essere determinante per una risalita dei volumi del mercato. Infine, va considerato anche il fattore passione, un sentimento che nelle nuove generazione sembra sempre meno orientato verso l'auto.

RAPPORTO AUTO/ABITANTI – Se invece si guarda il rapporto auto/abitanti, si scopre che L'Italia conta 690 auto (e veicoli commerciali) ogni 1000 abitanti, un dato ben superiore alla media mondiale (170) e a quella europea (563). Nella classifica generale primeggiano gli Stati Uniti, con 791 veicoli ogni 1000 abitanti (fonte OICA, 2012), seguiti dal Canada con 624, dalla UE con 563 e dalla Russia con circa 300. Nettamente staccati risultano Cina, Africa e India rispettivamente con 79, 42 e 18 veicoli ogni 1000 abitanti. “Questo la dice lunga – ha concluso Maramieri – su quanto siano ampi i margini di crescita nei Paesi emergenti e allo stesso tempo quanto sia capillare la presenza l'auto nei mercati maturi”. 

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