I politici locali stanno facendo il loro mestiere (o quello che ritengono tale, in un Paese dove il consenso si ottiene troppo spesso con clientele e demagogia): abbaiare contro stangate...
I politici locali stanno facendo il loro mestiere (o quello che ritengono tale, in un Paese dove il consenso si ottiene troppo spesso con clientele e demagogia): abbaiare contro stangate e stangatine che toccano il loro territorio. Così ieri tra gli amministratori romani si è innescata una gara a chi la sparava più grossa contro i pedaggi introdotti su autostrade e raccordi autostradali Anas. Ora provo anch'io a fare il mio mestiere: spiegare, in modo che ognuno possa farsi un'idea.
Questi nuovi pedaggi serviranno per compensare l'azzeramento dei fondi per la manutenzione straordinaria che finora il Governo aveva sempre garantito all'Anas, sia pure in misura insufficiente. L'azzeramento si deve al fatto che il Governo dice di non “voler mettere le mani nelle tasche degli italiani” per far fronte alle necessità imposte dalle varie manovre economiche. Tradotto: non aumentiamo le tasse, ma certi servizi pubblici prima pagati soprattutto coi soldi delle tasse dovranno sostenersi più coi soldi di chi ne fruisce. Nel caso Anas, dobbiamo pagare per continuare a sperare che prima o poi adeguino del tutto asfalti, segnali e guard-rail almeno su tutte le strade di una certa importanza. Dunque, non siamo di fronte al classico esempio visibile di servizio che scompare (asilo comunale chiuso), ma a un pericolo occulto ai più che c'è da tanti anni e ora – con l'azzeramento dei fondi – si fa ancora più grave. E costoso: gli incidenti fanno danni anche sociali (ricoveri ospedalieri, cure, pensioni d'invalidità eccetera), che accettiamo di pagare perché non ce ne accorgiamo. Nemmeno per quella parte che è visibile, ricordata ieri dall'Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada): l'aumento delle tariffe Rc auto, legato ai costi eccessivi dei risarcimenti, che crescono pure per colpa delle strade (un guard-rail efficiente può fare la differenza tra un incidente con solo una vettura distrutta e uno in cui ci sono da indennizzare morti e feriti).
Dunque, spendere in manutenzione stradale si deve. Se la spesa vada coperta coi soldi di tutti (tasse) o dei soli utenti (pedaggi), è materia da lasciare alle opinioni di ciascuno di noi. A patto di rifetterci bene, senza farsi influenzare da sparate e slogan dei politici.
Fonte: Blog Maurizio Caprino
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Giorgio
13:01, 6 Luglio 2010C'è una grande confusione a monte della colorita espressione “mettere le mani nelle tasche”, espressione dal connotato negativo, analogamente a quella “mettere le mani addosso”: nessuno auspica che ciò avvenga.In effetti la fiscalità è un processo necessario allo Stato per acquisire risorse per prestare i vari servizi, compresa la costruzione di strade, scuole, ospedali ecc., e pagare i dipendenti (suoi e, in fondo, nostri) senza i quali nulla potrebbe fare.In primo luogo si deve stabilire quali siano le opere e i servizi che lo Stato deve fornire e tutto il resto ognuno se lo deve pagare: questa è le linea di demarcazione tra la politica che si definisce “di destra” e “di sinistra”, laddove la prima tende a contenere la quantità dei servizi pagati dallo stato, la seconda tende ad estendere tale quantità; di qui discende la necessità di ottenere, dalle “tasche” dei cittadini, un gettito fiscale più o meno elevato.C'è poi un'ulteriore confusione tra i termini “imposte” e “tasse”, che si riferiscono entrambi a prelievi eseguiti dalla Stato a carico dei cittadini, ma le imposte sono applicate ai vari soggetti indipendentemente dalla prestazione diretta di un servizi, mentre ad ogni tassa corrisponde direttamente la prestazione di un servizio, anche se non è detto che quanto introitato sia sufficiente a pagare tale servizio, il cui costo viene spesso integrato dallo Stato, con denari ricavati dalle imposte.Se volesse essere sincera, la dichiarazione del governo che “non metterà le mani nelle tasche degli italiani” dovrebbe suonare “non aumenterò la fiscalità a carico degli italiani”, quindi non dovrebbe aumentare il costo di alcun servizio, né direttamente né trasferendo costi su regioni, provincie, comuni, che, a loro volta, dovrebbero riversarli, come di fatto faranno, sui cittadini.Ne abbiamo già avuto la prova con l'abolizione dell'ICI, in tutte le città sono vanno via via scomparendo i posti di sosta gratuiti per le automobili e vanno aumentando i costi per le soste a pagamento: sangue dal muro non se ne toglie.Se ricordate,poi, la storia della cosìdetta “Robin tax”, prelevamento fiscale che è stato applicato a banche, società di assicurazione, società petrolifere e doveva rimanere a loro carico: ma si è mai visto che un'azienda tenga a suo carico un aumento dei costi e non lo trasferisca sul prezzo finale del prodotto? Con quella tassa, in pratica, il Governo ha fatto “mettere le mani nelle nostre tasche” da altri e si è fatto consegnare il ricavato.Quindi andiamoci piano a dire che “non si mettono le mani nelle tasche degli italiani” (si legga: non aumenta la fiscalità a carico degli italiani) solo perché” nuovi pedaggi serviranno per compensare l'azzeramento dei fondi per la manutenzione straordinaria”, dato che per tale manutenzione già abbiamo pagato e, in ogni caso, è un servizio che lo Stato doveva fornire e, se ora non vuole più mettere fondi “denari” per arlo, vuol dire che verrà a nostro ulteriore carico, con aggravio della fiscalità caricata sulle nostre spalle e pagata con i denari presi dalle nostre tasche: direttamente o indirettamente.