Furto d'auto con riscatto: anche l'intermediario è un estorsore

Respinto dalla Corte di Cassazione il ricorso di un uomo che aveva condotto le trattative per la restituzione della vettura
Va considerato estorsore non solo chi ruba un'auto per chiedere un riscatto al proprietario, ma anche l'eventuale intermediario che si interpone tra il derubato e il ladro e agisce per conto di quest'ultimo mettendo in atto minacce, anche se «larvate, indirette e figurate», volte a ottenere una somma di denaro.
COSTRIZIONE MORALE – Così ha deciso, il 5 maggio scorso, una sentenza della Corte di Cassazione, la quale ha stabilito che un tale comportamento costituisce «un attacco alla libertà psichica della vittima che, di conseguena, viene a trovarsi in uno stato di costrizione morale». Il caso riguarda due coniugi di Catania che s'erano visti sottrarre la vettura e poi erano stati contattati da un presunto “intermediario” che chiedeva il pagamento di un riscatto per poterla riottenere. Quest'ultimoo, poi identificato (a differenza dei ladri, rimasti ignoti) e condannato anche in appello dal tribunale di Catania, era ricorso in Cassazione. Tra le motivazioni del suo legale per farne dichiarare l'innocenza, oltre a tutta una serie di eccezioni, c'era il fatto che l'imputato non aveva esercitato alcun tipo di violenza, ma si era limitato a svolgere appunto il ruolo di semplice intermediario «nell'esclusivo interesse della vittima, condotta non penalmente rilevante».
CONDANNATO E MULTATO – La Corte ha respinto la tesi sulla base di precisi riscontri e non ha ritenuto che l'imputato abbia sostenuto il semplice ruolo di intermediario poiché, tra l'altro, le vittime non gli avevano richiesto alcun aiuto, ma era stato lui a contattarle immediatamente dopo il furto, tra i soggetti non vi erano rapporti di amicizia e le trattative per la restituzione erano state condotte con modalità «incalzanti». Per questi motivi, il ricorso del falso intermediario è stato respinto e il ricorrente ha dovuto pagare le spese processuali e una multa di 1.000 euro. La sentenza costituisce un eccellente strumento per dissuadere i personaggi che, a fronte del furto dell'auto, si presentano ai derubati come “amici” e agiscono su incarico dei ladri, i quali rimangono nell'ombra. Da oggi, anche i loro emissari rischiano conseguenze penali.