Con il federalismo fiscale l'IPT potrebbe aumentare di 500 euro

Con la "scusa" del Federalismo, prevedibili forti aumenti per l'IPT, l'imposta gravante su acquisti e trasferimenti di proprietà degli autoveicoli.
“Anche una riforma potenzialmente sana, come quella del Federalismo fiscale, finirà per essere una vera e propria stangata per l'auto e gli automobilisti. Cultura in crisi? Paga l'automobilista. Province da finanziare? Paga l'automobilista. Alla fine si cade sempre lì”. Esorisce così la nota appena diramata dalla Federauto, l'associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi automobilistici commercializzati in Italia.
CAMBIANO I PARAMETRI – “Ci piacerebbe usare il condizionale, ma se il Governo non correggerà le previsioni contenute nel decreto legislativo approvato lo scorso 31 marzo, il settore degli autoveicoli, già in difficoltà gravissime, e gli automobilisti, saranno chiamati a pagare il conto della riforma per il federalismo fiscale con un aumento pesante dell'IPT – ha dichiarato il Presidente Filippo Pavan Bernacchi -, imposta che si verserebbe in sede di acquisto degli autoveicoli nuovi o del passaggio di proprietà degli usati, secondo un criterio unificato parametrato alla potenza ed alla classe di inquinamento del veicolo”.
E AUMENTANO LE TASSE – Questo il possibile effetto del radicale cambiamento del sistema di calcolo dell'IPT, il cui fine ultimo sembra essere la ricerca di maggiore gettito, aumentando di fatto la pressione fiscale. Imposta che, lo ricordiamo, è finalizzata a finanziare le Province italiane; quelle che, per intenderci, dovevano essere soppresse dall'attuale Governo. Secondo Pavan Bernacchi: “Stante la crisi in cui versa il mercato automobilistico, siamo di fronte ad un fenomeno sorprendente: anziché diminuire la pressione fiscale sull'auto, sembrerebbe prevalga l'intenzione di aumentarla notevolmente, per giunta camuffando il tutto in una riforma da molte parti auspicata”.
COSA POTREBBE CAMBIARE? – Attualmente l'IPT è composta da due quote: una fissa di 150,81 euro e una maggiorazione che varia da provincia a provincia, e che per legge non può superare il 30%. Tuttavia la quota fissa si applica solo alle trascrizioni derivanti da una vendita soggetta ad iva, qual'è appunto quella gestita da un concessionario. Mentre nelle compravendite tra privati di autoveicoli ed autovetture con potenza superiore ai 53 Kw alla quota fissa va applicata una maggiorazione di 3,51 euro per ogni Kw aggiuntivo. Ed è proprio questa maggiorazione che si vuole evitare. La bozza di legge sul federalismo vorrebbe eliminare la quota fissa e rendere l'IPT (sia per il nuovo che per l'usato) legata alla potenza del veicolo e alle sue emissioni inquinanti (il che sarebbe un bene per certi versi).
AUMENTI SINO A 500 EURO – Per meglio chiarire la questione SicurAUTO.it ha contattato il Presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che ci ha parlato di “aumenti da un minimo di 100 euro sino ad massimo 500 euro”. “Secondo le nostre stime, se la norma dovesse rimanere così, l'IPT potrebbe balzare immediatamente a circa 280-300 euro, contro i 180 euro di oggi. L'ennesima batosta che si abbatterebbe sui consumatori e su tutto il settore auto. Prima gli aumenti delle accise sui carburanti, adesso questo potenziale aumento delle tasse, sembra che il Governo voglia affossare definitivamente un settore già in forte crisi. A tal proposito di recente abbiamo ottenuto l'istituzione di un tavolo tecnico con il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ma, a causa delle turbolenze economico-politiche di questi giorni, ancora di riunirci non se ne parla. Se non verremo adeguatamente ascoltati non escludo la possibilità di porre in atto forme di protesta che impatterebbero sulla mobilità”. A buon intenditor…
Ricordando che gli aumenti di cui parliamo sono attualmente ipotetici e che tutto può ancora cambiare, specialmente nell'ottica di una più corretta valutazione della classe ambientale del veicolo sottoposto a tassazione, ci auspichiamo comunque che il Governo non introduca nuove tasse che possano creare ulteriori problemi ai consumatori e al settore auto in generale. Sulla vicenda vi terremo sicuramente aggiornati.
Tabella delle attuali maggiorazioni dell'IPT su base provinciale
AumentoProvincia
30%
Agrigento, Alessandria, Ancona (6), Ascoli Piceno (1), Bergamo, Biella, Bologna, Brindisi, Catanzaro, Como, Cosenza, Cremona, Ferrara, Forlì-Cesena, Frosinone, Gorizia, Imperia, L'Aquila, Livorno, Lodi, Lucca, Massa Carrara, Milano, Modena, Monza e Brianza, Novara, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Palermo, Parma, Pesaro Urbino (2), Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza (2), Ravenna (2), Rieti, Rimini, Rovigo, Salerno, Savona, Teramo, Torino (3), Treviso, Verbano-Cusio-Ossola, Verona, Viterbo
29%
Vercelli
26%
Perugia
25%
Crotone, Lecco, Messina, Sondrio
20%
Arezzo, Asti, Avellino, Barletta-Andria-Trani, Bari, Belluno, Benevento, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Caserta, Catania, Chieti, Cuneo, Enna, Fermo (8), Foggia, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Latina, Lecce, Macerata, Mantova, Medio-Campidano, Napoli, Padova, Pavia, Pescara, Pordenone, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Roma (4), Sassari, Siena, Siracusa, Taranto,Terni, Trieste, Udine, Venezia, Vibo Valentia (5), Vicenza (7)
19,355%
Trapani
18%
Varese
15%
Ragusa
10%
Matera
Nessun aumento
Aosta, Bolzano, Brescia,Firenze, Prato, Trento