FCA: guai in vista per l'Italia, l'Europa riapre il caso dei diesel truccati

FCA: guai in vista per l'Italia, l'Europa riapre il caso dei diesel truccati Il Dieselgate colpisce ancora: l'Europa potrebbe indagare sui diesel di FCA

Il Dieselgate colpisce ancora: l'Europa potrebbe indagare sui diesel di FCA, accusati di essere "truccati". È una vendetta tedesca?

17 Maggio 2017 - 01:05

Che la tempesta Dieselgate sia globale è più che assodato, dato che le azioni legali, i richiami e le più o meno complete ammissioni di colpevolezza vanno dall'Oriente (leggi del richiamo di 323 mila Volkswagen in India) alle Americhe. Se lo sguardo si fa più ristretto si scopre che lo scandalo sembra solleticare “istinti” nazionali anche in organismi, come l'Unione Europea, che dovrebbero essere invece unitari. Le lamentele della Commissione e del Parlamento europei verso i singoli Stati, accusati di scarsa collaborazione o peggio, sono note già da tempo ma ora sembra che si passi ad azioni concrete. Ad essere coinvolta sarebbe proprio l'Italia, che potrebbe essere oggetto di un'azione legale da parte della EU perché “non convincente” nel dichiarare legali le emissioni di alcuni modelli FCA.

GUAI IN ARRIVO? La notizia è di ieri ed è apparsa sul magazine tedesco Handelsblatt, ripreso anche da Autonews e Reuters. Fonti della UE avrebbero detto che l'Unione Europea avvierà un'azione legale contro l'Italia: l'imputazione è di non essersi mossa correttamente di fronte alle accuse mosse a Fiat Chrysler, che avrebbe “barato” durante i test delle emissioni. Sappiamo bene che i funzionari della EU sono frustrati dall'atteggiamento dei Governi nazionali, giudicati “collusi” con la potente industria automobilistica (leggi delle accuse del Parlamento EU agli Stati che coprono i trucchi).

DEVO PROTEGGERE I MOTORI L'azione legale è l'arma più efficace che la Commissione europea ha a disposizione per costringere i Governi nazionali a bloccare i diesel che emettono ossidi d'Azoto (NOx), accusati di malattie respiratorie e morti precoci, in quantità superiori al consentito.

L'Italia non sarebbe apparsa convincente nel dimostrare che i dispositivi che modulano le emissioni al di fuori delle condizioni dei test sono leciti e giustificabili nell'uso. I defeat device sono stati dichiarati illegali dai regolamenti dell'UE già dal 2007 ma l'attenzione si è nuovamente rivolta su di loro dopo che Volkswagen aveva ammesso di aver utilizzato dei software per alterare le emissioni di NOx durante i test di omologazione. I Costruttori europei hanno sostenuto di non star facendo nulla di illegale, citando un'esenzione che consente loro di spegnere i sistemi di controllo delle emissioni quando necessario per la sicurezza o per proteggere i motori.

BARUFFE EUROPEE La possibile procedura d'infrazione sembra collegata all'accusa che il Ministro dei trasporti Dobrindt ha mosso a FCA e poi alle nostre Istituzioni, accusate di proteggerla (leggi che FCA non molla per le emissioni irregolari e la Germania si rivolge all'Europa). Fatti salvi i dubbi sulle modalità con le quali il Ministero ha condotto la prove di laboratorio (leggi che il M5S svela i risultati dei test del Ministero), si rimane perplessi sul fatto che né l'Europa (leggi che la Commissione europea chiede tutele per i clienti Volkswagen) né (tantomeno) il Governo tedesco abbiano richiamato o sanzionato effettivamente il Gruppo Volkswagen, madre e padre dello scandalo delle emissioni che, in realtà, ha anche lambito la germanicissima Mercedes. Nel sito del MIT si può leggere che il Ministro Delrio è stato in contatto ieri con la Commissaria per il mercato interno Elzbieta Bienkowska, telefonicamente e attraverso comunicazioni scritte, sottolineando che non si condividono i presupposti sui quali è stata proposta alla Commissione di avviare una procedura di infrazione al Governo italiano per Fca.

Il Ministro afferma che le spiegazioni date in Commissione di mediazione hanno evidenziato il corretto comportamento dell'Autorità di omologazione e i miglioramenti introdotti da Fca sui propri veicoli pur in assenza di dispositivi illegali. A parlare è poi Delrio in prima persona: “Considerato che dopo la fine del processo di mediazione dagli uffici della Commissione non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di ulteriori informazioni rispetto a quelle già fornite nei mesi precedenti, si chiede di rimandare l' avvio della proceduta di infrazione in attesa di ricevere una lettera di richiesta di chiarimenti sulle questioni sollevate dai vostri uffici competenti, come concordato durante l'ultima conversazione telefonica”.

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