Pneumatici a prezzi stracciati? Spesso c'è dietro l'evasione IVA

Pneumatici a prezzi stracciati? Spesso c'è dietro l'evasione IVA Lo segnala Federpneus che da un anno sollecita misure antievasione nel settore dello pneumatico. Tuttavia il Governo resta a guardare

Lo segnala Federpneus che da un anno sollecita misure antievasione nel settore dello pneumatico. Tuttavia il Governo resta a guardare

20 Ottobre 2011 - 11:10

Con la manovra di Ferragosto il Governo ha posto l'accento ancora una volta sull'esigenza di combattere l'evasione. È un obiettivo sacrosanto al cui raggiungimento un contributo importante può essere dato anche dalle persone e dagli imprenditori onesti che, nel quadro della necessaria collaborazione tra parti sociali e Governo, possono segnalare aree di possibile evasione.

GOVERNO LENTO – Non sempre tuttavia al senso di responsabilità degli operatori corrisponde una pronta risposta da parte delle autorità finanziarie in quanto difficoltà di carattere burocratico rendono difficile anche l'adozione di provvedimenti che sembrerebbero di facilissima introduzione. Un caso emblematico è quello dei pneumatici. Federpneus, l'Associazione Italiana dei Rivenditori Specialisti di Pneumatici, ha segnalato ripetutamente al Ministero dell'Economia (l'ultima volta con lettera ufficiale del 4 ottobre 2010) che sul mercato vi sono pneumatici offerti con prezzi largamente inferiori a quelli normalmente praticati tanto da far sospettare l'evasione dell'Iva. Il secondo comma dell'articolo 60-bis del DPR 633/1972 (che disciplina l'Iva) riguarda proprio casi di evasione come quello segnalato da Federpneus in quanto stabilisce che, qualora vi sia il mancato versamento dell'imposta da parte del venditore relativa a vendite effettuate a prezzi inferiori a quelli normali, il compratore è obbligato solidalmente a pagare l'Iva insieme al venditore. Questa norma è un efficace deterrente. Non si applica però a tutti i prodotti, ma soltanto a quelli indicati in un apposito decreto ministeriale, che riguarda gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi, ma non i pneumatici. Federpneus ha chiesto quindi che si includano, con un apposito provvedimento normativo, anche i pneumatici tra i beni a cui si applica la norma.

FACILE INTRODUZIONE – Alla segnalazione e alla proposta di Federpneus il Ministero ha tuttavia risposto il 3 dicembre scorso precisando che “l'accoglimento di tale proposta è rimesso a valutazioni di carattere politico” e che comunque “per attuare tale misura antifrode è necessario, da parte della competente Agenzia delle Entrate, una preliminare verifica sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi nel settore delle cessioni dei pneumatici che giustifichi il richiesto intervento normativo”. Trascorsi ormai quasi undici mesi dalla risposta del Ministero, non solo non è stato adottato alcun provvedimento, ma non risulta neppure che l'Agenzia delle Entrate abbia compiuto la “verifica preliminare sulla reale diffusione dei fenomeni evasivi” segnalati. D'altra parte, sottolinea Federpneus, pur senza contestare il fatto che l'Agenzia delle Entrate possa compiere le necessarie verifiche, non si vede quali controindicazioni vi siano all'estensione della solidarietà nel versamento dell'Iva anche al settore dei pneumatici. Non si introdurrebbero infatti appesantimenti burocratici a carico di chicchessia, ma si darebbe semplicemente all'Agenzia delle Entrate la possibilità di agire più efficacemente contro i fenomeni di evasione nel settore dei pneumatici qualora esistano. Se poi questi fenomeni, per ipotesi, non esistessero, l'eventuale estensione della solidarietà nel pagamento dell'Iva resterebbe lettera morta senza alcun pregiudizio per alcuno.

CONCORRENZA SLEALE – D'altra parte, sottolinea Federpneus, anche le valutazioni di carattere politico relative all'accoglimento della proposta non possono che essere positive e Federpneus sollecita quindi, ancora una volta, l'adozione di misure antievasione dell'Iva nel commercio dei pneumatici. E ciò, oltre che per senso civico, anche perché i suoi associati, che sono operatori onesti e pagano fino in fondo le imposte, subiscono la concorrenza sleale di operatori che grazie all'evasione, non solo danneggiano l'Erario, ma anche chi opera correttamente.

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