Consumi auto reali: dal 2017 tolleranza del 60%. Ma la Germania fa muro

Consumi auto reali: dal 2017 tolleranza del 60%. Ma la Germania fa muro La Commissione Europea sta valutando un giro di vite sulle tolleranze tra i test in laboratorio e quelli in strada ma a molti l'idea non piace

La Commissione Europea sta valutando un giro di vite sulle tolleranze tra i test in laboratorio e quelli in strada ma a molti l'idea non piace

12 Ottobre 2015 - 12:10

Il DieselGate ha scatenato una vera e propria tempesta che, fra molti rischi per industrie e posti di lavoro, ha comunque sollevato la questione della corrispondenza fra i consumi e le emissioni reali e quelli misurati nei test di omologazione. Ora, per fortuna, sembra che ci sia una reale volontà di cambiamento, pur se fra qualche resistenza.

BASTA CON LE OMOLOGAZIONI “ACCADEMICHE” – Chi legge il sito sa come SicurAUTO.it abbia, da sempre, evidenziato perplessità sulla rispondenza alla realtà dei cicli di omologazione. La domanda: consumi auto, come si ottengono? ha già avuto, per l'Esperto di SicurAUTO.it, la chiara risposta che i valori rilevati sono molto distanti dalla realtà, anche perché non tengono conto della resistenza aerodinamica ed i test consentono l'uso di molti trucchi per abbassarli. Come anticipato, fortunatamente qualcosa si sta muovendo, anche se la situazione rimane non molto chiara e già si profilano all'orizzonte resistenze e interferenze varie. Andiamo con ordine, partendo dal nuovo test RDE (Real Driving Emissions) che finalmente dovrebbe aggiungere realisticità ai cicli di omologazione. Esso verrà condotto con il PEMS – Portable Emissions Measurement System, è lo stesso che verrà usato nei controlli del Ministero – che permetterà di trasportare l'auto dal regno di fantasia delle prove su rulli alla realtà della strada. È ormai assodato come alle riduzioni imposte dal progressivo passaggio dalle norme Euro 1 alla recente Euro 6 non abbia corrisposto un diminuzione proporzionale delle emissioni reali: in effetti si è riscontrata addirittura una divaricazione della “forbice” fra quanto richiesto e le emissioni effettive.

C'È UN LIMITE ANCHE ALL'APPROSSIMAZIONE – L'RDE entrerà in vigore dall'anno prossimo e se ne sente molto il bisogno, dato che l'ICCT (International Council on Clean Transportation), in un rapporto pubblicato recentemente, comunica come il ciclo NEDC sia insufficiente a verificare che le Euro 6 abbiano emissioni di NOx accettabili nell'uso reale. L'RDE non è ovviamente esente da difetti, a partire da una confrontabilità dei risultati minore rispetto ai test in laboratorio. Basta pensare all'influenza che la temperatura e l'umidità dell'aria esercitano sul rendimento dei motori e sulla resistenza aerodinamica: esistono tabelle di correzione ma cosa dire sulla scorrevolezza degli pneumatici? Essa è influenzata dalla temperatura e dal tipo fondo stradale e l'applicazione di coefficienti di correzione è in questo caso molto problematica. È per questo che i tecnici della Commissione Europea stanno valutando di inserire nei protocolli di prova uno scostamento fino al 60% (in eccesso e per i primi 3 anni) fra le emissioni rilevate su strada rispetto ai test in laboratorio. Ci si può accontentare, dato che la norma è transitoria e le discrepanze attuali fra la realtà e i test arrivavano anche al 500%.

RESISTENZE: AERODINAMICHE? NO, POLITICHE! – Il limite consentito per gli NOx rimarrà fermo a 80 mg/km e non dobbiamo comunque aspettarci rivoluzioni da parte dei costruttori: sembra infatti che i primi 20 mesi di applicazione dei nuovi test serviranno come controllo e messa a punto ed il superamento dei limiti non si tradurrà in sanzioni. Nel settembre 2017 si entrerà in una nuova fase, nella quale potranno essere vendute vetture con emissioni al massimo doppie degli 80 mg/km di riferimento. La seconda fase dovrebbe iniziare nel 2019 e dovrebbe portare a limiti effettivi vicini ai fatidici 0,08 g/km per gli NOx. Questa gradualità serve a non “sterminare” le gamme dei costruttori e dimostra quanto fosse lontana dalle normative la realtà. I condizionali sono d'obbligo e tengono conto delle resistenze opposte da un quasi resuscitato Impero Austroungarico composto da Austria, Germania, Repubblica Céca e Ungheria; la Germania appare comunque recidiva in questa azione di freno alle norme contro le emissioni. Dato che la Storia si ripete sempre, l'Italia si mostra irredentista e sembra invece favorevole a queste (piuttosto dilazionate) restrizioni.

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1 Commento

Paoblog
15:25, 12 Ottobre 2015

leggo che “l'Italia sembra invece favorevole a queste (piuttosto dilazionate) restrizioni.” tuttavia giustro l'altro giorno su un altro sito ho letto il contrario: ” C'è anche l'Italia fra gli Stati membri dell'Unione europea che tentano di frenare l'entrata in vigore di nuovi e più stringenti standard per le emissioni dei veicoli diesel.”Leggi: http://www.rinnovabili.it/ambiente/italia-no-nuovi-test-emissioni-auto-diesel-333/

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