Camion vola giù dal viadotto della Cisa: altro guardrail non a norma?

Camion vola giù dal viadotto della Cisa: altro guardrail non a norma? Un TIR che viaggiava sull'autostrada A15 è uscito di strada mentre percorreva un ponte

Un TIR che viaggiava sull'autostrada A15 è uscito di strada mentre percorreva un ponte

6 Novembre 2014 - 10:11

Un veicolo della MEC Trasporti di Noceto di Parma che viaggiava sull'autostrada A15 (la Cisa), tra Aulla e Podenzana, è uscito di strada mentre percorreva un ponte che attraversa il fiume Magra a un'altezza di una decina metri. Quando i vigili del fuoco hanno recuperato tra le lamiere l'autista, Franco Micheli di 64 anni, non c'erano più speranze: l'uomo era già deceduto. L'incidente, avvenuto alle undici e mezzo della mattina di martedì 4 novembre, non ha coinvolto altri veicoli. L'autoarticolato, che trasportava un escavatore, ha sbandato e ha sfondato il guardrail del viadotto, che non ha retto all'impatto. L'intero complesso è precipitato nel vuoto per una decina di metri riducendo la cabina in un ammasso irriconoscibile di rottami. Non sono ancora note le cause dell'incidente (la foto a corredo è solo illustrativa e non si riferisce al sinistro), che impone una riflessione.

IL COMPITO DELLE BARRIERE – Per cominciare, abbiamo contattato la Cisa, ma senza ricevere risposte: volevamo semplicemente avere qualche informazione sull'accaduto, per informare i lettori. Di questo guardrail non si può dire assolutamente nulla: certo non possono resistere a qualsiasi impatto, specie se si tratta di mezzi pesanti, e occorre capire qual è stata la dinamica per fare ipotesi ragionevoli, specie se si verrà a sapere la velocità del TIR al momento dell'uscita di strada. Pur tuttavia, di fronte a sciagure come queste, è sbagliato puntare subito il dito sui mezzi non revisionati, sugli autisti sfruttati che guidano per un numero superiore al consentito; ci si dimentica di dire che i guardrail dovrebbero (nei limiti della fisica e delle norme) rimediare e trasformare una potenziale tragedia in un brutto spavento. Non resta che attendere una versione ufficiale dei fatti, nonché le indagini sull'accaduto.

UN PASSATO CHE INQUIETA – Il fatto è che, nel recente passato, sono avvenuti inquietanti sinistri legati al guardrail, che gettano ombre sinistre sulle barriere italiane. Anzitutto, parliamo della strage stradale più grave della storia italiana, cheha suscitato scalpore e indignazione: l'incidente del bus turistico precipitato dal viadotto di Monteforte (Acqualonga) dell'autostrada Napoli-Canosa il 28 luglio dello scorso anno, in un tratto gestito da Autostrade per l'Italia (40 morti). La Polstrada di Avellino ha eseguito tre ordinanze cautelari su ordine del GIP di Avellino a carico di due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli e del proprietario della ditta che noleggiò il bus, Gennaro Lametta, fratello dell'autista Ciro deceduto assieme ad altre 39 persone. Per completezza d'informazione, va detto che, a proposito di Acqualonga, è stata da poco depositata una perizia choc: le barriere di quel viadotto maledetto della Napoli-Canosa non erano (stando a quei documenti) saldamente mantenute al suolo, in quanto i perni che le avrebbero dovute ancorare sono stati corrosi dal sale utilizzato nei periodi invernali quando in quel tratto autostradale, tra i caselli di Avellino e Baiano, ci sono ghiaccio e neve. Lo dicono i quattro periti della Procura di Avellino. Insomma, restano le gravissime responsabilità per la presenza di un guardrail assolutamente inadatto a contenere a dovere le uscite di strada dei mezzi. Vanno considerati la casualità del guasto (imprevedibile), l'assenza di vie di fuga in contropendenza piene di sabbia come avviene in altri Paesi europei (il tracciato non lo consentirebbe), l'abilità di guida dell'autista che avrebbe fatto l'impossibile per salvare la vita a tutti cercando disperatamente aiuto nel guardrail (pare che il mezzo sia caduto parallelo alla barriera). Le barriere di protezione devono reggere in funzione dell'angolo di impatto, della velocità del mezzo e del peso dello stesso. Tutto questo, considerando la perizia della controparte, secondo cui il guardrail avrebbe svolto in pieno la sua funzione.

PIOVONO AUTO DALL'AUTOSTRADA – Il secondo guardrail “sospetto” di cui SicurAUTO.it vi ha parlato di recente è quello dell'A26. L'11 luglio scorso, all'altezza del viadotto Vegnina (km 18+000), si verifica un incidente con due morti. Una Jaguar, a bordo della quale viaggiavano due italiani, attorno alle 17 finisce fuori strada e abbatte il guard rail del viadotto Vegnina dell'A26 gestita da Autostrade per l'Italia (nota anche con il nome di Autostrada dei Trafori, che collega il capoluogo ligure a Gravellona Toce), pochi chilometri dopo il casello di Masone, piombando sulla via sottostante, esattamente la via Mongrosso, dopo un volo di 15 metri. Siamo nei pressi a Campo Ligure, tra Voltri e Ovada. È solo l'ultimo di una striscia di strani episodi: non è la prima volta che in borgata si vive esperienze del genere. La villa della famiglia Leoncini, come raccontano ad Alessandria News, sembrerebbe essere protetta solo dalle barriere antirumore: “Qualche anno fa – raccontano – un camion frigo andò a sbattere contro un pilone. In un'altra occasione sono volati detriti dal viadotto. Per fortuna non è mai successo nulla di più grave. La strada è molto frequentata, gente che cammina e va in bicicletta. L'autostrada? È un pensiero”. Un'altra famiglia contattata da SicurAUTO.it, ma che ha scelto di restare anonima, ci ha raccontato di un oggetto caduto dall'A26 sulla parete della casa qualche anno fa. Nel 2013 un'altra auto sarebbe caduta proprio vicino la loro casa e adesso la Jaguar dello scorso luglio. I residenti della zona si sono attivati con il Comune di Campi Ligure, ma sembrerebbe che sino adesso sia successo ben poco. SicurAUTO.it, per vederci chiaro, ha anche contattato la società Autostrade SpA. SicurAUTO.it ha voluto capirci di più, per quanto possibile, considerato che in situazioni come queste è sempre difficile venirne a capo, specialmente quando ci sono delle indagini giudiziarie in corso. Il Comune di Campo Ligure, da noi contattato, s'è limitato a spiegare che la concessionaria autostradale è da tempo a conoscenza del problema considerate le loro segnalazioni. Ed effettivamente, accedendo a quel tratto con Google Street View, si nota che il guard rail a protezione del viadotto non è proprio di quelli moderni del tipo H3 o H4 bordo ponte (che si possono vedere nelle tratte più moderne o ammodernate), quindi si presuppone che lo stesso sia installato intorno agli anni 80-90. Tuttavia sulla sua esatta età Autostrade per l'Italia non ha voluto rispondere…

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