I gestori di carburanti delle aree di servizio della rete autostradale sono in agitazione: nel mirino, le liberalizzazioni
Tira una brutta aria fra i gestori di carburanti delle aree di servizio della rete autostradale, che hanno proclamato lo stato di agitazione. Nel mirino la liberalizzazione del settore: il sindacato Figisc si riferisce alle ipotesi di espropriazione diretta o indiretta che, stando ai benzinai, non otterrebbero il risultato di ridurre i prezzi a favore dei consumatori, e metterebbero a repentaglio l'intera categoria.
CONSUMI IN CALO – A questo, si aggiunga la situazione della rete distributiva autostradale, contrassegnata da una crisi dei consumi di carburanti, che ha visto diminuire negli ultimi otto anni le vendite del 27%: parliamo di 1,1 miliardi di litri in meno. Il risultato è che un terzo degli impianti si colloca sotto la soglia della compatibilità economica tra costi e margini operativi lordi, con un erogato medio per impianto inferiore a cinque milioni di litri/anno. Inoltre, le politiche commerciali sui prezzi non avvantaggerebbero i gestori: ci sono differenze fino a 14 eurocent/litro che hanno determinato situazioni di turbativa tra impianti contigui; e il singolo benzinaio ha difficoltà a rendere conto al consumatore i divari (l'automobilista tende a ritenere l'area di servizio responsabile di questo).
CHIEDONO UN TAVOLO – I gestori chiedono allora la convocazione di un tavolo di lavoro tra i ministeri dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei trasporti, Anas, Autostrade per l'Italia, vari concessionari autostradali, Compagnie petrolifere e organizzazioni di categoria dei gestori: obiettivo, affrontare la situazione di crisi del comparto. Fra l'altro, chiedono misure per il contenimento dei costi a carico delle gestioni, come l'installazione delle attrezzature per il self service in orario notturno, per le aree di servizio con basso e medio-basso erogato. Altro punto importante: la sospensione della corresponsione delle quote di royalties ripetute al gestore da parte delle Aziende affidatarie, relative alle annualità 2011 e 2012. Tascorso il termine del 31 marzo 2012 senza attivazione del tavolo di confronto sulla crisi del settore, scatterà il programma di manifestazioni di protesta, come l'interruzione parziale o totale del servizio notturno presso gli impianti delle aree di servizio autostradali.
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