Anche Ford ci casca. Emissioni truccate sui suoi truck?

Anche Ford ci casca. Emissioni truccate sui suoi truck? Secondo alcuni proprietari dei modelli F-250 e F-350

Secondo alcuni proprietari dei modelli F-250 e F-350, Ford avrebbe manipolato i risultati sulle emissioni per rientrare nei limiti del Clean Air Act

11 Gennaio 2018 - 11:01

Anche Ford entra nell'occhio del ciclone riguardo i risultati truccati sui dati circa le emissioni di CO2 delle proprie auto diesel. L'accusa, mossa da alcuni proprietari di pick up F-250 e F-350 rischia di creare un danno incredibile all'azienda americana, che ha prontamente risposto negativamente a queste accuse, dicendo che queste siano prive di fondamento. Coinvolta anche Bosch, nell'ennesimo scandalo, qualora si confermasse, che riguarda le emissioni legate ai motori diesel.

FORD È SOLO L'ULTIMA ARRIVATA Si allunga sempre di più la lista di Case coinvolte in scandali o presunti tali legati alle emissioni di CO2 dei propri motori diesel. Dopo Volkswagen – che ultimamente ha visto i propri dirigenti riceve pene severissime in America -, Subaru – qui il nostro approfondimento -, FCA – che ha già trovato un accordo con chi ha denunciato lo scandalo – e altri, adesso è Ford al centro dell'attenzione mediatica e dei consumatori in America, a causa di dati non conformi rispetto a quanto voluto dalle autorità USA in merito a emissioni di CO2. Il tutto è cominciato dall'accusa da parte di proprietari dei pick up marchiati dall'Ovale Blu F-250 e F-350, due dei modelli di maggiore successo in America per Ford, che avrebbero registrato valori circa 50 volte più alti rispetto a quelli indicati dal Clean Air Act.

ACCUSE SUBITO RIMANDATE AL MITTENTE Una batosta notevole, vista anche la campagna di marketing avviata dall'azienda proprio in merito alla motorizzazione diesel di questi modelli, definiti i diesel più puliti di sempre e anche più costosi rispetto alle controparti a benzina di circa 8.000 dollari. “Tutti i veicoli Ford, compresi quelli con motori diesel, sono conformi a tutti i regolamenti sulle emissioni degli Stati Uniti EPA e CARB”, ha dichiarato Daniel Barbosa, portavoce di Ford, “I veicoli Ford non hanno dispositivi che modificano i valori. Ci difenderemo da queste affermazioni infondate”. La strategia è chiara, con Ford che si tira fuori completamente da queste accuse, che hanno colpito non solo la Casa americana, ma anche Bosch.

BOSCH NUOVAMENTE ACCUSATA L'azienda tedesca, leader per quanto riguarda la componentistica installata sulle auto, sarebbe stata parte integrante di questa “truffa” mossa da Ford, avendo fornito un software in grado di mascherare le inefficienze delle auto: “Bosch prende molto sul serio le accuse di manipolazione del software diesel”, ha dichiarato Rene Ziegler, portavoce di Bosch – qui il caso che li ha visti coinvolti nel dieselgate di VW. L'azienda tedesca è quindi stata nominata come imputato in questa class action mossa dai proprietari degli F-250 e F-350 contro Ford rea di aver sviluppato un sistema che fosse in grado di offrire i consumi, e quindi le emissioni, richieste dalle autorità nel Clear Ari Act, ma senza abbassare la potenza del motore.

CHE NON SIA DIVENTATA UNA CACCIA ALLE STREGHE? Resta comunque da fare una riflessione. La questione diesel, da quando si scoprì lo scandalo Volkswagen, tiene sempre più banco, tanto da essere ormai “demonizzato” non solo dai consumatori ma anche da molte Case auto. Quello che sembra è che sia cominciata una sorta di “caccia alle streghe”, passateci il termine, volta non solo a, giustamente, evidenziare un illecito, ma anche a lucrare sopra a scandali più o meno reali. Perché diciamo questo? Il caso vuole che, lo studio legale che ha mosso questa azione contro Ford, sia lo stesso che ha mosso accuse contro FCA e GM, non riuscendo sempre a dimostrare il reale illecito, ma riuscendo ad ottenere cospicue somme di denaro frutto di accordi tra le parti. Questo non sta a significare che, nei casi analizzati, non vi sia stata una reale modifica sui dati registrati, ma quantomeno fa pensare come il dieselgate possa diventare una sorta di “business”.

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