Test: i sensori di parcheggio economici sono affidabili?

Test: i sensori di parcheggio economici sono affidabili? I sensori di parcheggio economici equivalgono i sistemi più costosi? Forse si

I sensori di parcheggio economici equivalgono i sistemi più costosi? Forse si, se non si esige troppo in rifiniture e dotazioni

5 Dicembre 2011 - 11:12

Chi pensa che i sensori di parcheggio siano un investimento indispensabile solo per proteggere il paraurti di un’auto nuova e costosa non ha considerato la paradossale eventualità che riparare un’ammaccatura da parcheggio potrebbe costare quanto il valore dello stesso veicolo usato, ma integro. Tuttavia, è pur vero che installare un costoso kit di segnalazione su una berlina di dieci anni fa potrebbe risultare economicamente svantaggioso. L’alternativa al proprio istinto in manovra (utile, ma approssimativo) sono i sensori di parcheggio low cost. Quanto ci si può fidare dei kit economici sul mercato? Questa settimana abbiamo messo sotto la lente e provato il sistema a ultrasuoni Baltiko con display in vendita su SpeedUp.it.

A TUTTO FAI DA TE – Il kit, di origini finlandesi, sembra condividere molto più del solo design con gli analoghi sensori di provenienza asiatica. Punta tutto sulla praticità d’installazione (ma, come vedremo, un po’ meno su quella di utilizzo) e sull’imbattibile convenienza del prezzo di 39.95 euro. Il kit di montaggio, infatti, include il necessario per una semplice installazione (tranne ovviamente gli utensili elettrici), ma perde terreno su alcuni dettagli rilevanti che minano la funzionalità e la versatilità del dispositivo. La confezione blisterata offre tutto ciò di cui un appassionato di fai da te può avere bisogno per montare sensori, centralina e display: una fresa a tazza per forare il paraurti, fascette da elettricista per fissare e un chiaro e sintetico manuale d’installazione, ma bisogna lavorare di fantasia per compensare alcune mancanze in parte dettate, probabilmente, dal prezzo d’attacco. Smontaggio del paraurti a parte, la foratura dello scudo è molto semplice: richiede banali abilità di calcolo matematico per definire le corrette distanze tra i sensori in funzione della sagoma dell’auto, ma una precisione chirurgica per fresare correttamente i fori. Se siete al vostro primo approccio con gli utensili elettrici, il problema è reale. Tuttavia, poiché pagare un tecnico specializzato per l’installazione vanificherebbe il risparmio inziale del’acquisto, il nostro consiglio è di chiedere aiuto a un conoscente più abile: un montaggio avventuroso potrebbe finire in un clamoroso autogol, danneggiando il paraurti come per una manovra di parcheggio sbagliata.

UTILI DETTAGLI E SCOMODE CARENZE – L’applicazione al paraurti delle generose capsule di colore nero lucido (il manuale non chiarisce se siano verniciabili o meno), deve seguire il corretto orientamento “UP” stampato sul retro di ogni emettitore. L’incasso nei fori (con un diametro di 22,3 mm) avviene semplicemente premendo i sensori con le dita e il fissaggio è assicurato da quattro piccoli rilievi di gomma superficiali, insufficienti a tenere ben saldi i sensori al paraurti: rimuoverli e manometterli è semplicissimo come inserirli, basta estrarli con le dita. Per assicurarli nel modo corretto basterebbe applicare del silicone sul retro del paraurti, ma anche su questo il manuale non si pronuncia. I cablaggi plug&play che collegano i sensori al sistema sono contrassegnati dalle stesse lettere che si ritrovano sulla centralina; seguendo gli schemi è impossibile sbagliare, ma i cavi sono continui dalle capsule all’unità centrale, per cui un futuro smontaggio del paraurti sarà meno che immediato, poiché si dovranno manovrare i fili dall’interno dell’auto. Il piccolo display a led con buzzer (di soli 12 cm di lunghezza) per la segnalazione visiva e sonora degli ostacoli si mimetizza adeguatamente adattandosi allo stile sobrio della maggior parte degli abitacoli attaccandolo quasi ovunque con del biadesivo resistente e un cavo di collegamento lungo circa 6 metri a prova di monovolume. Peccato che non sia possibile regolare il volume dei “bip” o disattivare il buzzer che alla lunga disturba molto l’udito (la potenza sonora è evidente nel video dei test pratici, dove le scene sono state riprese dal bagagliaio mentre il buzzer era vicino al guidatore).

COME FUNZIONA – Inserendo la “retro” il display s’illumina mostrando due segmenti orizzontali in assenza di ostacoli, ma non si sente alcun bip di diagnosi del sistema nonostante sia ormai una peculiarità di tutti i dispositivi di ausilio al parcheggio. Il piccolo schermo mostra l’approssimarsi degli ostacoli da entrambi i lati dell’auto accendendo led di colori diversi in base al pericolo di contatto e al seguente schema:

da 2 a 1,5 metri due coppie di led verdi con un bip a bassa frequenza segnalano un pericolo basso;

da 1,4 metri a 70 cm il livello di allarme medio è segnalato con led gialli e una frequenza sonora più veloce;

da 70 a 30 centimetri la frequenza è quasi incessante e i led rossi avvertono che lo spazio tra l’auto e l’ostacolo è diminuito molto. Continuando la manovra, il suono diventa costante (e penetrante) con i led rossi lampeggianti e a una distanza rilevata di zero metri, il sistema consiglia di arrestare la manovra.

Quanto è attendibile questo gran suonare? Le risposte nel video del nostro test.

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2 Commenti

Alex
19:55, 27 Febbraio 2013

Se il sensore fosse dritto alla sporgenza massima della ruota della bici come avviene per altri test di marchi più famosi, magari l'avrebbe rilevata.

lucio
20:48, 22 Ottobre 2013

quacuno a montato questi sensori enon a avuto fastidi?

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