Alfa Romeo Stelvio: prova su strada in anteprima

Alfa Romeo Stelvio: prova su strada in anteprima

Con motore benzina 280 cavalli in allestimento First Edition e con motore diesel 210 cavalli il nuovo Alfa Romeo Stelvio può divertire su strada

25 Febbraio 2017 - 05:02

Ci sono eventi che per un brand possono segnare una sorta di svolta nella propria storia, che inaugurano un nuovo corso e permettono di approcciarsi a nuove sfide, così come Alfa Romeo ha fatto con il nuovo SUV Stelvio. E' la prima auto di questo segmento che la firma italiana abbia mai prodotto, un avvenimento che segue non solo il rilancio del brand già avviato un anno fa con Alfa Romeo Giulia, sulla piattaforma della quale ha preso vita proprio Alfa Romeo Stelvio, ma anche la crescente richiesta del mercato, sempre più alla ricerca di SUV dal carattere sportivo. Noi abbiamo avuto modo di provare in anteprima l'ultima creazione del Biscione, direttamente sulle strade che più predilige.

GIULIA, NON GIULIA L'Alfa Romeo Stelvio non ha solo preso il pianale Giorgio in prestito dalla Giulia (che noi abbiamo provato sia in versione diesel che Quadrifoglio, leggi qui la nostra prova), ma anche il design. Seppur la berlina ed il SUV condividano il feeling estetico, non potevano mancare elementi distintivi, che dessero una propria identità ad entrambi. Nel caso dell'Alfa Romeo Stelvio, ad esempio, i gruppi ottici anteriori hanno un profilo diverso rispetto a quelli montati sulla Giulia, così come le luci diurne seguono quasi tutto il profilo esterno del componente. Come ogni SUV che si rispetti il muso non poteva che essere alto da terra, mentre le linee del paraurti anteriore, abbinate non solo a quelle della calandra e del triangolo distintivo Alfa Romeo ma anche a quelle del cofano, suggeriscono dinamismo e non staticità. Quasi come se Stelvio si materializzi in modo etereo e soffice più che muscoloso e granitico come preferiscono apparire altri concorrenti. Che sia effettivamente soffice è vero, certo non nel senso stretto del termine ma inteso come leggero, poiché con i liquidi a bordo l'ago della bilancia ha fatto registrare 1604 kg grazie ad un utilizzo di acciaio, carbonio ed alluminio, ma ad ogni modo avere un design morbido ha permesso di raggiungere anche il coefficiente di penetrazione aerodinamica Cx di 0.299.

INTERNI CON LEGNO VERO Una delle tendenze degli ultimi anni è quella di inserire una sorta di pannelli che simulino il legno all'interno delle auto premium, ma che in realtà sono semplice plastica o materiale simile, mentre nell'Alfa Romeo Stelvio si trova proprio il legno. Il tatto ringrazia e si ha un feeling completamente diverso, anche battendoci un po' con le dita, ma se da un lato Stelvio offre quel qualcosa in più che i competitors non hanno, dall'altro si perde nel classico bicchiere d'acqua. In buona approssimazione il tunnel centrale ha tutto ciò che serve, anche se con il selettore del cambio piccolo e raccolto, la rotella DNA ed il joystick dell'infotainment sembra un po' scarso. Una pura percezione visiva, indubbiamente, perché il portabibite è esattamente avanti al cambio e non si avverte la mancanza di alcun comando perché, di fatto, si fa tutto. Il volante ha il logo Alfa Romeo in toni nero/argento, una scelta voluta dal brand e che ha una forte carica stilistica e di eleganza, e la presenza del pulsante di accensione/spegnimento motore direttamente vicino al suo fulcro è un'eredità di Giulia. Una bella e sportiva eredità. Il taglio nella parte inferiore altro non fa che sottolineare quella che è l'indole sportiva di un SUV pensato per offrire il puro piacere di guida, direzione verso la quale navigano anche le lancette analogiche della strumentazione, assistite dal display a colori al centro dei quadranti. Il display infotainment – non touchscreen – che galleggia quasi senza cornice sulla plancia è un 8.8 pollici sviluppato in orizzontale, che significa larghezza importante ma altezza striminzita, d'altronde la plancia è tanto alta che alloggiare un display di differenti proporzioni avrebbe causato problemi di visibilità.

IL DIESEL SU STRADA Abbiamo avuto la possibilità di provare sia la versione First Edition dell'Alfa Romeo Stelvio, quindi con il motore 4 cilindri benzina da 2 litri e 280 cavalli, sia la versione diesel con il 4 cilindri 2.2 da 210 cavalli, entrambe abbinate al cambio automatico ZF 8 rapporti, unica opzione contemplata. Indubbiamente il motore gasolio è quello che si prevede venderà di più degli altri, quindi un occhio più interessato l'abbiamo riservato a tale propulsore, che di fatto non va affatto male. I 1604 kg circa (più occupanti) dello Stelvio vengono spinti bene dai 210 cavalli, con i 470 Nm di coppia che ti fanno avvertire una forte accelerazione fino alla quinta marcia, poi via via decrescente fino all'ottava, rapporto solo di riposo. 30 millisecondi per salire o scendere di marcia, che diventano 20 se si imposta il selettore di guida su Dynamic, significano un batter di ciglia che lascia aggredire qualsiasi percorso, meglio se con tante curve sulle quali la trazione integrale ti aiuta a portare il muso verso l'uscita. Alfa Romeo Stelvio nasce come auto a trazione posteriore, quindi il 100% della trazione è dietro ed arriva all'anteriore, fino al 50%, solo ed esclusivamente su richiesta, quando la centralina dell'auto avverte una perdita di aderenza. Basta arrivare in un tornante e schiacciare senza remore sul gas per “leggere” chiaramente la dinamica: il posteriore quasi comincia a partire, poi non si ha nemmeno il tempo di elaborare praticamente questa sensazione che già l'anteriore attacca e si stabilizza tutto. Il vero lato interessante dello Stelvio, però, è la capacità di essere guidata come una berlina. Solitamente con auto di questo calibro c'è qualche remora ad alzare il ritmo, perché il posteriore tende a seguire in ritardo a causa di un appoggio che arriva in secondo momento. Tutto il blocco sospensivo Alfalink, supportato da cerchi 20″ con gommatura 255, elimina questo ritardo ed assicura compattezza, velocità ed agilità che non si immaginerebbe. In Alfa dicono che lo Stelvio si guidi come la Giulia, ma noi siamo d'accordo solo in parte: seppur la dinamica veicolo sia eccellente e sopra diversi competitor, un SUV ha fisicamente delle masse posizionate più in alto rispetto una berlina, seppur basata sulla stessa piattaforma, quindi è normale che non si riesca a replicare un comportamento perfettamente identico.

LA PROVA DEL BENZINA In buona approssimazione l'Alfa Romeo Stelvio First Edition e l'omologa benzina hanno quasi tutto uguale: stesse sospensioni, stesso cambio, stessa dinamica di guida. A meno del motore. Il 2.0 da 280 cavalli è un mostro di potenza che ti permette quasi di dimenticare del tutto il cambio, merito della coppia praticamente piatta dai 2.000 ai 5.000. E si sente, perché basta aprire il gas e la risposta del quattro cilindri è perfetta e senza sbavature, con un sound sì coinvolgente anche se avremmo preferito qualcosa di più sportivo, magari con una valvola allo scarico da azionare con il settaggio Dynamic. Con 280 cavalli scalpitanti a spingere si capisce che Alfa ha indovinato nello sviluppare prima la versione Quadrifoglio, in arrivo a fine 2017, per poi “ridimensionare” il tutto per essere reso accessibile ad un'ampia fascia di clienti: nessun organo dell'auto è messo particolarmente sotto stress nemmeno con una guida più aggressiva, forse giusto l'impianto frenante che ha cominciato a perdere un minimo in modulabilità dopo molti km, in discesa, tra i tornanti.

ELETTRONICA E SICUREZZA In un mondo che tutti vedono proiettato verso la guida autonoma, o almeno assistita considerando gli attuali sistemi di sicurezza presenti su gran parte dei modelli nuovi, Alfa Romeo gioca delle carte opposte, preferendo sia ancora l'essere umano al centro della guida. Su Stelvio ci sono alcuni elementi a supporto della sicurezza attiva e passiva, come il sistema di frenata automatica d'emergenza con riconoscimento pedoni e ciclisti, invasivo in alcune situazioni vissute durante il test e magari troppo “prudente”, ed il cruise control adattivo. Presente all'appello anche il Lane Departure Warning, che però non si prodiga oltra al dare un segnale acustico, quindi non aspettatevi il mantenimento della corsia o anche una semplice reazione del volante. Peccato per la retrocamera di parcheggio, che occupa solo una porzione del display infotainment ed è difficile da interpretare, soprattutto al sole.

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