[TEST] Bridgestone DriveGuard: la gomma che non teme forature

[TEST] Bridgestone DriveGuard: la gomma che non teme forature Bridgestone DriveGuard cambia le regole della sicurezza e del controllo dello pneumatico in caso di foratura. Ecco le nostre impressioni di guida

Bridgestone DriveGuard cambia le regole della sicurezza e del controllo dello pneumatico in caso di foratura. Ecco le nostre impressioni di guida

18 Marzo 2016 - 09:03

Bridgestone, produttore numero uno al mondo di pneumatici, annuncia il lancio di DriveGuard, il nuovo pneumatico touring  in grado di offrire elevati standard di sicurezza per tutti gli automobilisti. Progettato e realizzato presso il TCE (Bridgestone Firestone Technical Center Europe, dove suiamo stati di recente per una visita esclusiva, leggi qui) di Castel Romano (Roma), è destinato a tutte le auto e risponde alle problematiche inerenti la foratura dello pneumatico (fianchi e battistrada). Massimi standard in materia di sicurezza, prestazioni sul bagnato, comfort e consumi garantiscono all'automobilista di guidare in totale sicurezza e comodità. SicurAUTO.it lo ha esaminato e testato nella pista del modernissimo European Proving Ground (EUPG) di Aprilia (Roma) con annesso European Education Center (EUEC). Scopri come si è comportata la gomma che non teme afflosciamenti e quali sono state le nostre impressioni di guida.

FORATURA, UN PROBLEMA SEMPRE ATTUALE Uno pneumatico insensibile alle spiacevoli conseguenze di una foratura è sempre stato nei desideri di tutti gli automobilisti. Se è vero che nel corso degli ultimi decenni la possibilità di forare uno pneumatico è diminuita, è anche vero che tale rischio non può essere scongiurato totalmente, come dimostrano le statistiche più recenti (il 27% delle emergenze stradali riguardano gli pneumatici) . Inoltre, l'eventuale foratura con repentino afflosciamento dello pneumatico, comporta sempre disagi, ritardi e situazioni di pericolo per il guidatore che in molti casi non è in grado di sostituire la ruota (qualora sia in dotazione quella di scorta) o ancor più procedere alla riparazione sul posto con il kit di emergenza – leggi il nostro test di riparazione di una foratura (il 73% delle donne rinuncia a qualsiasi operazione di sostituzione o riparazione di uno pneumatico forato). Oggi si è giunti alla consapevolezza di dover riconsiderare la sicurezza degli pneumatici, dopo che, negli ultimi quattro anni, il 60% degli automobilisti ha subìto almeno un caso di foratura, generando un sentimento comune di insicurezza e impotenza oltre a perdite di tempo fino a 3 ore nel 93% dei casi.

I PRECEDENTI TENTATIVI DEI PIONIERI Vari produttori di pneumatici, hanno proposto, nel corso degli anni, alcune soluzioni al problema della foratura con risultati non sempre soddisfacenti soprattutto sotto il profilo del confort e dei maggiori costi per l'utente.  Tra i prodotti anti-afflosciamento giova ricordare la serie degli pneumatici “Denovo” e “TDX” di Dunlop e Michelin dei primi anni '80, contraddistinti da misure millimetriche (anziché in pollici), abbinabili esclusivamente a speciali cerchi  DL (brevetto Denloc)  Dunlop. Interessante il successivo sviluppo con un gel denominato “Lubib” che fluidifica internamente se sottoposto a calore, come nel caso della marcia in sottogonfiaggio, sigillando così il foro. Inoltre una parte di “Lubib” volatilizza provocando un aumento di pressione di 0,3-0.4 bar. Nel 1998 la Michelin ci riprova presentando gli pneumatici con tecnologia PAX system che, di fatto, è una evoluzione della precedente serie TD. Nelle gomme PAX si è risolta la tipica rigidità della spalla adottando un anello semirigido di poliuretano collocato all'interno dello pneumatico che, a detta del costruttore, assicurava il confort di una copertura normale, consentendo, in caso di foratura, una percorrenza di circa 200 km alla velocità di 90 km/h.  La produzione degli pneumatici Michelin PAX per il primo equipaggiamento è cessata nel 2007 a causa del costo elevato di questo pneumatico (il doppio di quello convenzionale) e del vincolo dovuto al fatto che  una vettura nata con le PAX non può montare altri tipi di gomme.

PRO E CONTRO DEI COMUNI RUN FLAT I primi pneumatici Run Flat ad afflosciamento limitato sono apparsi nei primi anni '90. Si tratta di coperture dotate di una spalla rinforzata in grado di sostenere il peso del veicolo anche in caso di foratura, consentendo la marcia per circa 100 km a velocità moderata. I vantaggi che ne derivano sono gli stessi già esposti per gli altri tipi di pneumatici anti-afflosciamento (possibilità di arrivare senza rischi sul luogo della riparazione, più spazio per i bagagli per l'assenza della ruota di scorta o del ruotino). A differenza delle precedenti soluzioni, lo pneumatico run flat non richiede un cerchio specifico, quindi l'intercambiabilità con una copertura convenzionale è garantita a patto di sostituire il treno di gomme completo. Inoltre le gomme run flat dopo una foratura sono riparabili come qualsiasi altro pneumatico tubeless e nei Run Flat di terza generazione aumenta anche la flessibilità della spalla migliorando il confort.

POI ARRIVA DRIVEGUARD DI BRIDGESTONE A differenza degli pneumatici Run Flat, il nuovo Bridgestone DriveGuard non è  progettato solo per marchi specifici o determinati modelli di auto, ma può equipaggiare tutte le auto purché dotate di sistema (TPMS)   di monitoraggio della pressione dei pneumatici (Tyre Pressure Monitoring System) che in Europa è obbligatorio sui nuovi veicoli da novembre 2014 – leggi qui, creando così un potenziale parco di 32 milioni di auto equipaggiabile con DriveGuard nel 2016. Il  DriveGuard sfrutta l'innovativa tecnologia Cooling Fin, che orientando l'aria surriscaldata dai fianchi verso il cerchio abbassando la temperatura di 20°C, e i fianchi rinforzati, che permettendo all'automobilista, in caso di foratura, di mantenere il controllo del veicolo e di continuare a guidare in sicurezza per 80 km a una velocità massima di 80 km/h. In tal modo il guidatore può raggiungere un posto sicuro per la riparazione o la sostituzione dello pneumatico, in massima tranquillità. A parità di misura il DriveGuard pesa il 5-6% in più rispetto ad un pneumatico convenzionale, mentre il prezzo al pubblico è superiore di circa il 15%.

IL NOSTRO TEST DRIVE Le premesse sono molto buone; a giudicare dall'Etichetta europea degli pneumatici, il DriveGuard è accreditato di una A per prestazione sul bagnato e di una C per resistenza al rotolamento. Abbiamo testato il Bridgestone DriveGuard in un percorso stradale di circa 15 km particolarmente dissestato in certe zone, utilizzando diversi modelli di vetture. Prima della partenza i tecnici Bridgestone hanno forato con un grosso chiodo il fianco di uno pneumatico anteriore sgonfiandolo totalmente (si vedano le immagini della fotogallery in basso e l'immagine di copertina). In queste condizioni la gomma si affloscia ma non totalmente come avviene invece in uno pneumatico convenzionale. In marcia l'avvenuto sgonfiaggio della gomma è volutamente segnalato da un sibilo di rotolamento avvertibile anche a vetri chiusi.  Il comportamento su strada si è mantenuto entro ampi limiti di sicurezza e le vetture non hanno mai perso guidabilità e direzionalità. La riparazione di un pneumatico DriveGuard dopo una foratura avviene con la stessa tecnica usata per i Run Flat. Il confort nella prova a gomme integre si è dimostrato pressoché paragonabile a quello offerto dai pneumatici convenzionali o Run Flat di ultima generazione. Abbiamo anche sottoposto il DriveGuard in versione invernale ad un test su un ovale con fondo irregolarmente molto bagnato riscontrando un grip eccellente. Bridgestone DriveGuard sarà disponibile in Europa a partire dal mese di marzo 2016 in 19 misure per i pneumatici estivi e in 11 misure per quelli invernali: da 185/65 R15 a 245/40 R18.

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