USA: prima vittima della guida autonoma. L'assurda difesa di Tesla

USA: prima vittima della guida autonoma. L'assurda difesa di Tesla L'Autopilot non funziona? Dopo la prima vittima della guida autonoma Tesla ribadisce che bisogna tenere le mani sul volante ma così è tutto inutile

L'Autopilot non funziona? Dopo la prima vittima della guida autonoma Tesla ribadisce che bisogna tenere le mani sul volante ma così è tutto inutile

1 Luglio 2016 - 04:07

Il (triste) momento è arrivato: dobbiamo purtroppo registrare la prima vittima della guida autonoma, un guidatore a bordo di una Tesla Model S con l'Autopilot inserito. Né il sistema né il guidatore hanno percepito un camion con rimorchio che ha tagliato la strada alla vettura: di chi è la colpa dell'urto fatale?

MENO PERICOLOSO DELLA MEDIA? L'agenzia americana NHTSA sta aprendo una investigazione preliminare (è la numero PE 16-007 aperta il 28 giugno 2016 e relativa ad un incidente fatale accaduto il 7 maggio scorso in Florida) sulle prestazioni del pilota automatico Autopilot. NHTSA dice testualmente che “A fatal highway crash involving a 2015 Tesla Model S which, according to Tesla, was operating with automated driving systems (“Autopilot”) engaged”. È stata quindi Tesla stessa a comunicare che l'automobile viaggiava con l'Autopilot inserito. L'evento è stato tragico e Elon Musk ha immediatamente porto le sue condoglianze ai familiari della vittima. Nel Blog aziendale sono stati poi riportati diversi argomenti per dimostrare la sicurezza dei veicoli e dell'Autopilot, come il fatto che questa è la prima fatalità nota che sia accaduta nel corso delle circa 130 milioni di miglia percorse dai veicoli Tesla con l'Autopilot inserito (Peter Martens di Volvo invita a non fidarsi troppo della guida autonoma). Negli Stati Uniti, continua il blog di Tesla, accade un incidente fatale ogni 94 milioni di miglia, valore che sale a circa un incidente mortale ogni 60 milioni di miglia considerando l'intero Mondo.

MANI SUL VOLANTE, SEMPRE In realtà, come evidenziato da Tesla stessa, il suo inserimento non è mai automatico (viene disinserito di default, ad esempio quando si spegne l'auto) e prevede l'accettazione di una liberatoria che appare sul grande display centrale ogni volta che lo si voglia inserire. Quest'ultima specifica inoltre che il sistema è una nuova tecnologia ancora in fase di Beta test e che Autopilot “è una funzione di assistenza che richiede di tenere costantemente le mani sul volante” e che “è necessario mantenere il controllo e la responsabilità del vostro veicolo durante l'utilizzo”. Inoltre, ogni volta che pilota automatico è inserito, la macchina ricorda al guidatore di “tenere sempre le mani sul volante e di essere pronti a subentrare in qualsiasi momento”. Crediamo che il ricordare queste avvertenze sia ben lungi dal discolpare il Costruttore, anche perché l'incidente è stato descritto come avvenuto perché Autopilot non ha distinto un grosso autotreno con rimorchio di colore chiaro sullo sfondo di un cielo luminoso! Il mezzo pesante ha tagliato la strada alla Model S, che si è infilata sotto la coda del rimorchio. Com'è possibile che i sensori non abbiano discriminato un veicolo a 18 ruote? Oltretutto sembra comodo avvertire i clienti solo dopo l'acquisto, che l'auto-astronave acquistata credendo di poter controllare la posta o leggere un libro senza tenere le mani sul volante in realtà non è quello che i clienti speravano. E forse questa illusione tecnologica è stata catalizzata anche da alcuni video ufficiali in cui si vede l'Autopilot inerito senza alcuna mano sul volante, come questo sotto.

SENSAZIONI FUORVIANTI Se anche il colore del tir su cui si è schiantata la Tesla Model S poteva essere confuso con quello del cielo, mettendo fuori gioco un sensore ottico, il rimorchio era comunque animato da un moto relativo rispetto a quello della Model S e questo doveva/poteva essere rilevato anche da un banale sensore ad ultrasuoni, per non parlare di un radar. Una serie di domande si affaccia con prepotenza, ad esempio se l'incidente sia stato causato da un sensore che funzionava male, o esso era funzionante ma non in grado di rilevare in modo affidabile il camion o, a valle, il segnale del sensore è stato male interpretato dal controller di bordo. Altra questione: è un problema specifico di Tesla o il costruttore è stato particolarmente sfortunato nell'essere incappato per primo in un incidente al quale altri sistemi potrebbero essere soggetti? Il marketing di Tesla è stato troppo aggressivo e ha generato un senso di fiducia eccessivo (Hong Kong ha vietato l'attivazione dell'Autopilot anche per la disinvoltura di certi utilizzatori che si sedevano dietro) da parte dei guidatori? Durante l'evento Best of Berlon – Carglass tenutosi a Lisbona Jon McNeill, direttore globale vendite e assistenza di Tesla, ha persino affermato che “Le nostre macchine – ha spiegato McNeill – fanno ogni giorno più miglia di quanto i veicoli autonomi di Google hanno coperto in 10 anni. Le Tesla sono monitorate a distanza e inviano le informazioni al costruttore: con questa mole di dati, Tesla arriverà alla completa guida autonoma in un tempo molto breve”. McNeill ha anche detto che si sarebbe potuti arrivare in ufficio con la mailbox vuota dato che si sarebbero potute leggere le mail durante il tragitto: come farlo con le mani sempre sul volante? Siamo convinti che il cordoglio di Musk e dello staff di Tesla sia sincero ma occorre considerare seriamente la vicenda: si può anche fallire un test anti collisione davanti ai giornalisti ma appare inopportuno assegnare il ruolo di Beta tester agli automobilisti, dicendo che “Autopilot sta migliorando continuamente al passare del tempo ma non è perfetto e richiede ancora al conducente di rimanere all'erta”. Ricordiamo come Autopilot sia stato già coinvolto in episodi dubbi che hanno gettato un'ombra sulla sicurezza delle Tesla. Del resto anche la Google Car ha manifestato difficoltà in salita e sotto la pioggia, tutti indizi che vanno nella direzione di avere ancora una prolungata sperimentazione.

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