Rc auto, in Italia paghiamo il 45% in più

Rc auto, in Italia paghiamo il 45% in più In Italia

In Italia, la Rca più cara d'Europa: sovrapprezzo medio di 231 euro

16 Gennaio 2014 - 07:01

Ecco la conferma che gli automobilisti italiani sono sfortunati: oltre ad accise record sul carburante, oltre al superbollo e al bollo stesso, oltre a pedaggi e multe che salgono di continuo, la Rca in Italia è la più cara d'Europa. Una polizza Rc auto nel periodo 2008-2012 è costata in media 231 euro in più rispetto a quella dei quattro maggiori Paesi europei: Francia, Spagna, Germania e Regno Unito. Parliamo di 491 euro, tasse comprese, contro 278 (+43%). Prendendo in considerazione le sole macchine, gli italiani hanno sborsato 526 euro, mentre gli altri 291 euro (+45%). Per le moto siamo a 279 euro contro 150 euro (+46%).

LO HA AMMESSO L'ANIA – È stata la stessa Ania (l'Associazione delle Assicurazioni) ad ammetterlo, rendendo noti i dati tratti da uno studio commissionato al Boston Consulting Group. Ma, si giustifica l'Ania, a incidere sensibilmente sui premi è per il 60% il costo del sinistri. Si tratta di 126 euro in più a veicolo rispetto alla media europea, cui si aggiungono 52 euro in più di tasse, 23 euro in più per la distribuzione, 6 per i costi amministrativi e infine solo 6 in più per il guadagno delle Compagnie. In Italia, secondo lo studio, i risarcimenti per caso di morte sono quattro volte più alti rispetto agli altri Paesi (649.000 euro rispetto a 138.000 degli altri Paesi), più alto anche il livello del danno patrimoniale a possibili beneficiari (50-60.000 euro contro 30-40 mila). Ma pesano anche le frodi che incidono per il 40-45% sull'aumento dei prezzi. Segue il rischio stradale aggravato anche da comportamenti pericolosi, come l'uso del cellulare improprio e il non-uso delle cinture posteriori (le adoperano solo il 10%), che da solo vale il 25-30% dell'aumento.

COLPA ANCHE DEGLI ITALIANI? – Forse, le Rca italiane sono così alte anche per colpa degli italiani stessi, poco propensi a cambiare Assicurazione: insomma, sarebbero pigri, non cercherebbero le Compagnie meno care, e al contempo non stimolerebbero la concorrenza. Infatti, Assicurazioneauto.it ha effettuato, nelle ultime settimane di dicembre, una ricerca di mercato con l'obiettivo di indagare quale sia l'attuale livello di soddisfazione degli assicurati italiani con la loro compagnia assicurativa, sia essa di tipo tradizionale o diretta. Il campione di riferimento coinvolge tutto il territorio nazionale e rappresenta rispettivamente per il 60% il Nord, il 30% il Sud e il 10% il Centro. Il questionario, composto da circa 20 quesiti, è stato somministrato al campione online in via totalmente anonima. Gli assicurati italiani appaiono essere mediamente interessati a ricercare nuove soluzioni assicurative per risparmiare, come optare per una polizza online: il 44% le ritiene vantaggiose e sarebbe disposto a stipularne una e ridurre le uscite destinate all'assicurazione auto. Ma, alla domanda “con chi abbia stipulato la sua polizza auto”, l'86% risponde di avere un contratto per un'assicurazione tradizionale, solo l'11% ha scelto l'online. Il dubbio sorge spontaneo: se il 44% si dichiara propenso all'acquisto online, perché nella pratica la maggior parte degli assicurati si dimostra “conservatore”? Le cause emerse dalla ricerca sono la scarsa fiducia degli italiani verso le Compagnie dirette (quelle online), per il 36%, invece, il 45% lamenta la mancanza di un contatto diretto con il personale. L'atteggiamento “conservatore” dell'assicurato italiano è confermato dalla risposta del 74% degli intervistati che dichiara di non aver cambiato Compagnia negli ultimi due anni.

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1 Commento

andrea
09:09, 16 Gennaio 2014

La colpa è degli italiani, ma non è quella di essere pigri.Ciò che incide di più nel prezzo delle polizze è il numero di incidenti che si verifica in un paese. L'italiano è conosciuto come indisciplinato alla guida e io confermo sulla base di ciò che vedo ogni giorno. Inoltre mi preoccupa ancora maggiormente il fatto che molti automobilisti raccondano fieri agli amici le proprie violazioni al cds, ritenendo sia cosa buona e giusta.

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