Mercato auto Europa: a maggio cresce del 1,3%, di più per FCA

Mercato auto Europa: a maggio cresce del 1,3%, di più per FCA Le immatricolazioni crescono in Europa: in generale FCA controlla il mercato delle citycar. Bene l'Italia

Le immatricolazioni crescono in Europa: in generale FCA controlla il mercato delle citycar. Bene l'Italia, mentre la Germania perde terreno

16 Giugno 2015 - 03:06

Piccola battuta di arresto per il mercato europeo dell'auto, che negli ultimi mesi ci aveva fatto ben sperare e credere in un rilancio progressivo e costante. L'appena passato mese di maggio ha così fatto registrare un timido incremento delle immatricolazioni dopo 21 mesi consecutivi chiusi con ben altri valori positivi.

I DATI DI MAGGIO IN EUROPA – Secondo quanto riportato da ACEA, l'Associazione europea delle Case Estere, sono infatti 1.151.965 le vetture registrate in Europa nel maggio 2015 (qui i dati di aprile 2015), l'1,3% in più rispetto al risultato dello stesso mese del 2014, mentre si segnala un +6,7% sul dato dei primi cinque mesi dell'anno. Chiudono in negativo il primo e il terzo mercato europeo, quindi rispettivamente Germania e Francia che fanno segnare un -6,7% e -3,5%, mentre rimane moderato l'incremento nel Regno Unito, con +2,4%. Torna a crescere in doppia cifra la Spagna, che dopo il modesto +3,2% di aprile si attesta ora sul +14% (grazie anche gli incentivi statali ancora in vigore).

IN ITALIA SERVE UN INTERVENTO DELLO STATO – Riportiamo il commento del Presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi: “il dato di crescita nei primi cinque mesi del mercato italiano (+15,2%) non deve trarre in inganno: case e concessionari hanno fatto di tutto per assecondare una ripresa sin qui troppo timida da parte dei privati e per riscattare il mercato italiano dell'auto (qui i dati del mercato dell'usato in Italia nei primi mesi del 2015) che, sino a fine 2014, rappresentava il fanalino di coda europeo. Inoltre la prima parte dell'anno è stata drogata dalla notevole crescita dei noleggi. Il nostro timore è che questo rimbalzo sia determinato da campagne sui prezzi senza precedenti, sostenute da case e concessionarie che fino a qui hanno rinunciato alle proprie arginalità….Chiediamo quindi un intervento dello Stato in materia fiscale sulla falsa riga delle misure adottate nei principali paesi europei (rivisitazione del bollo e della pressione fiscale sull'auto aziendale e un'Iva agevolata per i privati).”

L'ITALIA, IN EUROPA, NON SFIGURA – Uno sguardo anche ai marchi nostrani: Fiat Chrysler Automobiles sta approfittando della fase di espansione. Fa registrare un +9% nel mese (+9,2% nella sola UE) con una quota passata dal 6,3 al 6,8% in maggio e dal 6,1 al 6,4% da gennaio in poi (385.000 auto, 40.000 in più, +11,5%). Tutto ciò, non solo grazie a Jeep (+134,2% nel mese), ma anche a Fiat (+7,1%), che un anno fa non andava così bene. FCA mette così nel mirino la General Motors (6,9% di quota in maggio), penalizzata dal ritiro di Chevrolet. Ferrari e Maserati hanno immatricolato complessivamente 857 vetture in maggio e 4.062 nel progressivo annuo (+4,8% nel mese). Fra i gruppi, solo Daimler (+11,5%) ha fatto meglio di FCA: in maggio la quota della Casa di Stoccarda è salita al 6,1%. In una visione d'insieme, è facile notare che fra i singoli marchi hanno contabilizzato crescite in doppia cifra la Porsche (+12,1%), Mini (+36,2%), Smart (+83,7%), Lexus (+22%), Nissan (+13,7%), Suzuki (+13%), Jaguar (+13,4%), Land Rover (+19,9%) e Mitsubishi (+31,4%).

I DATI SECONDO ANFIA – Sui dati del mercato europeo di maggio si è espresso anche Roberto Vavassori, Presidente di Anfia (l'Associazione Nazionale della Filiera dell'Industria Automobilistica): “guardando al trend progressivo da inizio anno si segnala, per l'Italia, un buon andamento delle immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa, con una crescita del 12,9% rispetto a un anno fa e una quota di mercato del 13,9%, mentre il mercato inglese vede impennarsi le vendite di “ultra-low emission vehicles”, che sfiorano le 12.000 unità da inizio anno, contro le quasi 3.000 del 2014. I dati ci ricordano la ciclicità tipica di questo settore: i mercati che hanno avviato per primi la ripresa vivono, ora, una progressiva fase di stabilizzazione, mentre quelli che hanno tardato a ripartire presentano un andamento ancora abbastanza vivace.”

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