Incentivi auto elettrica: Federauto li boccia

Incentivi auto elettrica: Federauto li boccia Arrivano gli incentivi per le vetture elettriche

Arrivano gli incentivi per le vetture elettriche, ma con molti limiti. E Federauto li critica pesantemente

8 Agosto 2012 - 04:08

Il punto di partenza dev'essere chiaro: gli incentivi per l'auto elettrica, appena varati con la conversione in Legge del Decreto sviluppo numero 83 del 2012 da parte del Senato, sono pochi (210 milioni di euro in tre anni, di cui 150 milioni come bonus fino a 5.000 euro per l'acquisto di auto elettriche o ibride a basse e bassissime emissioni di CO2) e vanno a beneficio soprattutto delle flotte. E Federauto (rappresenta i concessionari) li ha subito criticati pesantemente.

IN DETTAGLIO – Gli incentivi partiranno il 1° gennaio 2013, e dureranno fino al 31 dicembre 2015. Il 70% dei fondi andrà alle auto aziendali (e al popolo della partita IVA, vedi artigiani e professionisti), nonché ai taxi e ai noleggi. La Legge impone di rottamare un veicolo con almeno 10 anni, situazione rarissima nel settore delle flotte aziendali, degli artigiani e dei professionisti. Ai privati cittadini resteranno le briciole: possono accedere a quei pochi fondi che hanno, senza rottamare alcuna macchina. Davvero una stranezza: al massimo, sarebbe stato più logico l'inverso (rottamazione per i privati, e non per le flotte). Senza contare che l'apparato burocratico dovrà, come conseguenza, controllare se il potenziale beneficiario che chiede il bonus statale ne ha diritto o no. Alla faccia dei tagli alle spese superflue volute dal Governo Monti. La Legge è invece più utile dove prevede un piano (e 20 milioni di euro) per creare una rete di ricarica e tariffe agevolate per l'elettricità.

FEDERAUTO POLEMICA – “Gli incentivi all'auto elettrica sono stati varati 'contro il parere di tutti gli attori della filiera automobilistica italiana”: così esordisce il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi. Secondo cui ''è un atto di forza assurdo di cui non si comprendono le ragioni. Sono incentivi legati a un fondo a esaurimento, tra l'altro molto esiguo, che equivalgono a milioni di euro buttati”. Ed ecco la domanda polemica: “Alla fine del triennio ci si renderà conto del flop: chi pagherà?''. Federauto ricorda che ''Fiat era contraria a ogni tipo di intervento, a prescindere, l'Anfia, l'associazione che rappresenta la filiera dell'industria automobilistica, l'Unrae, che rappresenta i costruttori esteri, e Federauto, pur essendo a favore di misure volte a svecchiare il circolante, sono state unanimi nel condannare pubblicamente questo provvedimento ritenuto dannoso, insufficiente e controproducente''. C'è pure un pericolo: “Il fatto di farli partire dal 2013 potrebbe congelare la domanda, già ai minimi storici, che ci pone tra gli ultimi in Europa''. Ossia si aspetta un anno prima di compiere l'acquisto, danneggiando il mercato. Infine, Federauto evidenzia un aspetto tecnico del processo politico che ha portato agli incentivi: “Si è voluto infilare queste norme, di iniziativa parlamentare, in un decretone che, dopo essere passato alla Camera, nonostante le proteste di tutti gli addetti ai lavori, non poteva più essere stralciato o modificato dal Senato. A meno che non si fosse disposti a farlo tornare alla Camera generando le ovvie ripercussioni sui mercati internazionali. Un modus operandi molto discutibile''.

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1 Commento

Francesco
00:03, 9 Agosto 2012

..sappiamo benissimo a cosa punta il Passera; come sappiamo anche benissimo che a breve l'elettricità sarà quasi gratis.. giusto qualche tassa.. (e lo sanno anche loro, li stà il fatto)http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-04-26/petrolio-made-italy-nostro-150524.shtml?uuid=AbV4vwTF..in Francia raddoppiano gli incentivi per l' “elettrico puro”.. in USA 10000$….ci vogliono “terzo mondo”, e loro vogliono essere “signori” in questo “terzo mondo”

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