Nel Vecchio Continente, il 63% degli automobilisti viaggia con pneumatici a bassa pressione: è quanto emerge da una ricerca di Bridgestone
Prendi il Produttore di pneumatici Bridgestone, aggiungi una serie di controlli sulle strade europee (46.000 automobili in undici Paesi nel corso del 2011) ed ecco i dati preoccupanti forniti dalla casa giapponese: due vetture su tre viaggiano con le gomme sgonfie. Le verifiche sono state condotte da Bridgestone su oltre 180.000 pneumatici nei centri commerciali e parcheggi pubblici.
SICUREZZA A RISCHIO – Per cominciare, circolare con pneumatici a bassa pressione significa mettere a repentaglio la sicurezza degli altri e la propria: salgono le probabilità di causare incidenti, con l'auto inevitabilmente meno stabile. Inoltre, dopo i legittimi lamenti degli automobilisti sul caro carburante, pare assurdo che il vizio di viaggiare con pneumatici sgonfi causi un equivalente annuo di 3,1 miliardi di litri di carburante sprecato, pari a 5 miliardi di euro. Per non parlare dei 7,4 milioni di tonnellate in più di emissioni superflue di CO2 (l'equivalente di 2,7 g/km di CO2 all'anno per ogni vettura in circolazione). Inoltre, una bassa pressione implica una minore durata del pneumatico, a causa della notevole sollecitazione e accumulo di calore sul fianco della gomma.
IN DETTAGLIO – La ricerca dimostra che il 17,5% degli automobilisti viaggia con pneumatici a una pressione molto bassa: come minimo, 0,5 bar al di sotto della pressione consigliata dal Costruttore del veicolo. Per giunta, il 20% degli pneumatici delle vetture che circolano sulle strade presenta una profondità del battistrada inferiore al limite minimo stabilito dalla legge: 1,6 millimetri. Insomma, gomme sgonfie o rovinate; o entrambe le cose. Solo ignoranza in materia di sicurezza? Oppure incide la pigirizia, il fatto cioè di non voler controllare gli pneumatici periodicamente o prima di un viaggio?
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