Daimler produrrà SUV in Russia: vicino l'accordo da 200 milioni di euro

Daimler produrrà SUV in Russia: vicino l'accordo da 200 milioni di euro Il Gruppo tedesco va controcorrente e scommette sulla Russia

Il Gruppo tedesco va controcorrente e scommette sulla Russia, sperando in un rimbalzo di quel mercato in crisi: non farà accordi con marchi locali

15 Giugno 2016 - 09:06

Costruire in un mercato in ribasso sperando che risalga o investire in aree meno “ballerine”? Mentre molti costruttori scelgono la seconda soluzione, il gruppo Daimler sembra voler puntare su un proprio stabilimento, scartando la strada (più facile) dell'alleanza con un costruttore locale.

STRETTO RISERBO Un portavoce di Daimler ha infatti confermato che l'importante gruppo tedesco sta continuando nei suoi colloqui con il Governo russo; essi sono finalizzati alla costruzione di automobili Mercedes-Benz in Russia. Un portavoce del Gruppo ha infatti dichiarato che “siamo in trattative con il Governo russo per verificare se i parametri economici per la produzione locale di automobili possano essere soddisfatti”. Il progetto è assemblare 30.000 SUV all'anno partendo da kit importati; il tutto grazie ad un investimento di circa 200 milioni di euro. A riferirlo è il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, che ha citato non meglio precisate “fonti industriali”. Daimler non ha commentato alcun aspetto della vicenda, a partire da quando questi colloqui potrebbero arrivare ad una decisione, fino al numero delle auto da costruire e gli investimenti connessi al sito produttivo.

IO CI CREDO Lo scenario nel quale questa iniziativa si inquadrerebbe non è molto promettente: nei primi cinque mesi dell'anno, le vendite di Mercedes in Russia sono scese del 17 % a 15.830 unità, secondo i dati pubblicati la scorsa settimana dall'Automobile Manufacturers Committee, facendo peggio di un mercato che è sceso del 15 % nello stesso periodo, fermandosi a 548.119 unità (leggi come il mercato russo contribuisca al rallentamento dell'intero settore). Fra le cause di questo declino, che dura ormai da un po', si possono citare il perdurare del basso prezzo del petrolio, il rublo debole che ostacola le importazioni e le sanzioni causate dalla crisi Ucraina. In questo quadro sta però avvenendo un fenomeno che dà un senso al progetto di Mercedes: le vendite delle auto Premium stanno facendo meglio rispetto ai modelli del mass market dato che i russi più abbienti preferiscono spendere i loro soldi in beni durevoli.

RITORSIONI CONTRO LE SANZIONI Un'altra fonte dà invece l'accordo come già siglato e cita Babouchkine Vsevolod, del Ministero dell'Industria russo. L'esponente governativo avrebbe infatti detto che “stiamo conducendo negoziati seri. Il progetto è già approvato e stiamo aspettando la decisione del governo delle regione di Mosca, ambito nel quale ricade la località scelta”. L'impianto dovrebbe sorgere nel parco industriale di Essipovo, località distante 43 km da Mosca, e la produzione dovrebbe iniziare già dall'anno prossimo (chissà se sarà uno stabilimento intelligente come le auto che produrrà). Se queste voci fossero confermate l'accordo sarebbe una retromarcia rispetto alle notizie circolate nel mese di marzo: la stampa polacca e tedesca aveva infatti riferito che Daimler stava pensando alla Polonia come sede di un nuovo impianto per Mercedes (Mercedes pensa ad una fabbrica modulare in Ungheria). L'accerrima nemica di Mercedes, BMW, sta lavorando con il produttore locale Avtotor per assemblare berline e SUV in kit a Kaliningrad mentre Audi costruisce auto e SUV nello stabilimento del Gruppo Volkswagen a Kaluga, altra località russa. Oltre al parere degli analisti, che hanno ipotizzato che una domanda così depressa potrebbe provocare un rimbalzo del mercato nei prossimi anni, a pesare sulla decisione di Mercedes potrebbe essere stata la possibilità che la Russia prolunghi ulteriormente le sue ritorsioni, avviate dopo che l'Occidente ha deciso l'embargo in seguito alla crisi ucraina. Fra le misure russe ci sono anche pesanti restrizioni alle importazioni delle automobili che, in effetti, sono  dimezzate nel 2015 rispetto al 2014, rendendo piuttosto sensata l'idea di produrre in loco anche senza alleati.

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