Google: avanti con la “driverless car”

Google: avanti con la “driverless car” Il gigante dei motori di ricerca ha messo al lavoro i lobbisti per favorire

Il gigante dei motori di ricerca ha messo al lavoro i lobbisti per favorire, negli Usa, la legalizzazione della sua avveniristica auto senza conducente. Che per ora è vietata

27 Maggio 2011 - 07:05

Google, il noto motore di ricerca divenuto ormai un'azienda di rilevanza mondiale, prosegue spedita nel suo progetto di auto senza conducente. Attualmente le leggi americane non ammettono simili veicoli (e nemmeno quelle italiane: l'art. 46 del Codice della Strada definisce il veicolo come “macchina guidata dall'uomo”), ma nel Paese che ha inventato il termine “lobby” anche a questo problema si può trovare una soluzione.

LOBBISTI ALL'OPERA – Al momento, la soluzione si chiama David Goldwater, un “lobbista” del Nevada che Google ha incaricato di convincere i governanti locali ad abrogare la legge, o almeno ad “ammorbidirla”. L'azione di Goldwater si articola in realtà in due diverse direzioni: tentare di eliminare sia la legge che non permette la circolazione alle auto senza conducente, sia quella sui cosiddetti “distracted drivers”, ossia che vieta di spedire messaggi sms mentre si è al volante. Purtroppo per lui, negli States si fanno strada, al contrario, correnti di pensiero che intenderebbeo vietare qualsiasi distrazione, addirittura quelle generate dall'uso degli auricolari per i pedoni. Non è chiaro per quale motivo Google abbia dato il via al suo tentativo proprio nello Stato del Nevada, e del resto l'azienda stessa ha rifiutato di spiegarlo. Tuttavia, i commentatori avanzano due ipotesi: l'esistenza, tra i governanti di quello stato, di qualche persona sensibile al progetto di Google e magari in buoni rapporti con Goldwater (i lobbisti si servono ovviamente, anzi, soprattutto, delle “conoscenze”) e il fatto che una delle ipotesi di utilizzo avanzate da Google per la sua “driverless car” è proprio quella di vettura che possa accompagnare i turisti nei casino di Las Vegas, la capitale del gioco d'azzardo che sorge appunto nel Nevada. Insomma, una specie di taxi automatico che viaggi su “piste” prestabilite che collegano gli hotel ai palazzi del gioco.

SPERIMENTAZIONE IN ATTO – Intanto, mentre Goldwater mette in atto la sua paziente (e assai poco pubblicizzata) opera di “sensibilizazione”, Google prosegue nella sperimentazione dei veicoli. La flotta di auto che si guidano da sole è attualmente composta da sei Toyota Prius e un'Audi TT. Sui tetti di tutte le vetture è installata una selva di apparecchiature e antenne che comprende un telemetro laser, alcuni radar e una batteria di fotocamere digitali. Fino a oggi, durante i test, le sette “driverless cars” hanno coperto una distanza di circa 150 mila miglia, delle quali qualche migliaio anche sull'autostrada A1 che collega Los Angeles a San Francisco.

INTERESSI MILITARI? – L'intero progetto della “Google autonomous car” è portato avanti da Sebastian Thrun, un ricercatore attivo nel settore dell'intelligenza artificiale che nel 2005 è risultato vincitore in un concorso, che aveva per tema proprio l'auto senza conducente, indetto dal DARPA (Defense Advance Research Project Agency), ossia il prestigioso (e potentissimo) ente che negli Stati Uniti si occupa di esplorare i confini della scienza e della tecnologia che possano sfociare in applicazioni utili nel settore militare. Che dietro il progetto di Google ci possa essere anche la lunga mano del DARPA non è poii un'ipotesi da scartare a priori, visto l'interesse che qualsiasi veicolo senza pilota può suscitare in forze armate, come quelle degli Stati Uniti, sempre più proiettate verso la robotica e i dispositivi a controllo remoto che permettono operazioni mirate senza dispendio di vite umane.

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