Germania: avanti tutta sull'auto elettrica

Germania: avanti tutta sull'auto elettrica Il governo tedesco conferma i suoi sforzi per favorire a tutti i livelli la diffusione dell'elettromobilità: in arrivo soldi e idee e impegni

Il governo tedesco conferma i suoi sforzi per favorire a tutti i livelli la diffusione dell'elettromobilità: in arrivo soldi e idee e impegni

17 Maggio 2011 - 10:05

Ieri la cancelliera Angela Merkel ha messo a rumore il mondo dell'auto elettrica con una dichiarazione significativa: «Entro il 2020, il mercato tedesco delle vetture a batteria sarà il primo al mondo. Per quella data, i veicoli elettrici circolanti in Germania saranno un miione, e sei milioni entro il 2030».

STIMOLI POTENTI – Se questi obiettivi saranno raggiunti, il merito sarà ovviamente anche del ricorso a massicce misure di stimolo: nel 2013 ci sarà un miliardo di euro per i costruttori e un altro miliardo sotto forma di sgravi fiscali per gli acquirenti, anche se è stata esclusa l'incentivazione secca e diretta proposta dal partito dei Verdi. In dettaglio, chi acquisterà un'auto a batteria entro il 2015 godrà dell'esenzione decennale dalla tassa di circolazione (in Germania è e si chiama ancora così), ci saranno agevolazioni simili per le aziende e verrà favorito anche nei parchi auto pubblici l'acquisto di vetture a batteria, che saranno agevolate anche per quanto riguarda la circolazione, con la possibilità di utilizzare le corsie preferenziali riservate a bus e taxi e di parcheggiare gratis in centro città con la garanzia del posto sempre disposnibile. La Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), cioé l'istituto bancario pubblico tedesco che dalla fine della seconda guerra mondiale si occupa di finanziare lo sviluppo economico del Paese, concederà crediti a tasso agevolato sia ai produttori (da parte dei quali si parla di investimenti per 17 miliardi di euro), sia agli acquirenti di veicoli a batteria.

ÜBER ALLES – Lapidaria e non suscettibile di interpretazione risulta la dichiarazione di Henning Kagermann, il direttore della Nationale Plattform fur Elektromobilitãt (NPE), l'agenzia costituita il 3 maggio 2010 tra il governo e i maggiori costruttori d'automobili per favorire la diffusione dei veicoli a batteria: «È chiaro a tutti che la mobilità elettrica saprà imporsi e che sarà una storia di successo per la nostra economia». Sembra quasi una sfida alla Francia, partita prima di altri con Renault, ma che ora, sul fronte dello sviluppo delle vetture a batteria, deve prepararsi a fronteggiare un concorrente temibile.

LOCOMOTIVE E VAGONI – Insomma, in Germania ci credono e hanno fatto partire una poderosa manovra a tenaglia tra l'industria, le banche e i poteri dello stato affinché l'auto a batteria si diffonda sulle strade e gli automobilisti tedeschi abbandonino almeno in parte i loro pachidermi brucia-petrolio per passare decisamente alla trazione elettrica. Ci riusciranno? È ancora presto per dirlo, ma intanto non può non venire in mente un paragone con quanto si fa (o meglio, non si fa) in Italia, dove non solo non esiste nulla di neppure lontanamente paragonabile all'NPE ma non c'è neppure l'ombra dell'attivismo tedesco. E non si vuole intendere solo “incentivi”, ma anche, semplicemente, “idee”. Eventualmente, anche quelle contrarie, chiare e inequivocabili, che spiegassero che l'auto elettrica non serve e che non s'intende favorirne la diffusione per questo o quel motivo. Di idee, invece, da noi non ce ne sono proprio, e la loro assenza ci pone, in questo settore, dietro la cosiddetta “locomotiva tedesca” (senza contare quella francese) della quale, se tutto va bene, saremo il vagone a rimorchio. Del resto, quando il primo a non credere nell'auto elettrica è il costruttore nazionale…

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