Emissioni di CO2 quasi azzerate entro il 2030: faccia a faccia tra UE e Costruttori

Emissioni di CO2 quasi azzerate entro il 2030: faccia a faccia tra UE e Costruttori CO2 ridotta del 30% entro il 2030. Lo impone l'Europa che spinge su soluzioni alternative al petrolio

CO2 ridotta del 30% entro il 2030. Lo impone l'Europa che spinge su soluzioni alternative al petrolio, ma i Costruttori temono di rimetterci

12 Giugno 2015 - 08:06

Tempi duri per chi costruisce automobili, dopo l'introduzione dei nuovi test per le emissioni inquinanti toccherà fare presto i conti con nuove limitazioni antinquinamento. Durante il mese di giugno è infatti previsto un importante incontro tra le Case costruttrici, i funzionari della Commissione Europea e i rappresentati delle associazioni ambientaliste. Il tema dell'incontro, che si prospetta teso, verterà su una ulteriore e decisa riduzione delle emissioni di CO2 per le auto di prossima produzione. Entro il 2030, secondo le intenzioni della UE e degli ambientalisti, i gas emessi dalle vetture dovranno essere drasticamente ridotti rispetto ai parametri attuali. La Commissione presenterà il prossimo 18 giugno uno studio a supporto del dibattito con le Case; l'analisi riguarderà l'impatto del diossido di carbonio sull'ambiente, l'identificazione di nuove tecnologie per la sua riduzione e le implicazioni per le Case costruttrici chiamate a rispettare i nuovi, futuri, limiti.

IL TAVOLO BOLLENTE DELLE TRATTATIVE – Accennavamo a un incontro teso, scopriamone le motivazioni. Per la Commissione e i gli attivisti, il CO2 emesso dalle automobili è una delle principali cause di inquinamento dei centri urbani e va quindi ridotto; già dallo scorso febbraio è stato approvato un tetto massimo di 95 g/km, un obiettivo che i costruttori sono chiamati a raggiungere entro il 2020. Ma la vicenda è ancora più complessa, dato che tra le proposte di prossima discussione al Parlamento Europeo rientra un ulteriore taglio a 68 g/km entro il 2025; se non bastasse, nei prossimi giorni verrà discussa un'ulteriore riduzione da raggiungere entro il 2030. I costruttori europei, rappresentati dall'associazione ACEA, hanno già manifestato il loro disappunto verso questa tabella di marcia serrata e ardua: negli ultimi 20 anni le emissioni dei veicoli sono state ridotte del 34%, la UE chiede adesso una analoga riduzione ma in soli 10 anni. I produttori sostengono che l'attuale livello di efficienza dei propulsori è praticamente al limite e per ottenere ulteriori, piccoli, miglioramenti sono necessari ingenti sforzi economici che potrebbero mandare in rosso i conti delle Case (ne abbiamo parlato anche chiedendoci all'Autopromotec se l'auto può ripartire), fiaccandone la competitività sui mercati internazionali.

OBIETTIVI RAGGIUNGIBILI ABBANDONANDO IL PETROLIO – Il dibattito si prospetta assolutamente interessante; i rappresentanti UE presenteranno uno studio per sfatare la tesi dell'indebolimento della competitività conseguente l'investimento, da parte delle Case costruttrici, nella ricerca e sviluppo al fine di contenere ulteriormente le emissioni. Buona parte della discussione verterà su un percorso tecnologico che i produttori dovranno seguire per potere raggiungere i futuri obiettivi. Quasi tutti i brand europei hanno introdotto nelle proprie gamme modelli ibridi ed elettrici, ma secondo i commissari europei gli investimenti alla ricerca di una migliore performance di efficienza sono stati spesi per migliorie ai propulsori termici.

LA SOLUZIONE DELL'UE – La “ricetta” per conseguire gli obiettivi ambientali prevede invece un allontanamento dai carburanti tradizionali e il potenziamento dei comparti elettrico, ibrido e fuel cell. La UE dispone del Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (EFSI) e del programma di finanziamento Horizon 2020 per sostenere la ricerca e lo sviluppo, ma potrebbero non essere sufficienti a garantire una totale copertura. Inoltre il decollo e la diffusione delle auto “pulite”, così come il rinnovo del parco auto circolante, passa necessariamente da una politica seria di incentivi che i singoli Governi europei dovranno attuare, necessariamente. I buoni propositi di questa trattativa non tengono però conto dei poteri forti delle lobby petrolifere e della loro influenza sui Governi internazionali. Riusciremo davvero a fare a meno di gasolio e benzina?

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