Dieselgate Volkswagen: 25 mila auto USA pronte a tornare indietro

Dieselgate Volkswagen: 25 mila auto USA pronte a tornare indietro 25 mila Audi delle generazioni precedenti non sono riparabili e così il Dieselgate costringe Volkswagen a ricomprarle. Audi si scusa con i clienti

25 mila Audi delle generazioni precedenti non sono riparabili e così il Dieselgate costringe Volkswagen a ricomprarle. Audi si scusa con i clienti

24 Ottobre 2016 - 12:10

In qualche posto, ad esempio nella Redazione di SicurAUTO.it, qualcuno ha sempre pensato che non sarebbe stato possibile rendere conformi alle normative sulle emissioni, con aggiornamenti hardware e software, tutti i motori coinvolti nel Dieselgate. Le conferme di quest'idea cominciano ora ad arrivare ma la cosa non inorgoglisce più di tanto perché equivale ad un colossale spreco di risorse e tempo oltre ad un caso di studio di cattiva condotta commerciale e industriale. I fatti sono semplici nell'enunciazione quanto complicati nella concretizzazione: circa 25 mila Audi equipaggiate con il grosso TDI V6 3.0 saranno riacquistate dalla Casa perché non sanabili.

SEGNI PREMONITORI In effetti non c'è da stupirsi più di tanto del fatto che alcuni TDI 3.0 siano “inguaribili”: sembra proprio che il defeat device sia nato per loro (leggi come il Dieselgate è nato per i motori Audi V6). Ora possiamo riportare insistenti notizie circolate nei giorni scorsi e riprese da vari organi d'informazione: Der Spiegel, per esempio, ha scritto che Audi si appresta a riacquistare 25.000 vetture con il TDI 3.0, vendute negli Stati Uniti (cosa si dirà ora nel Vecchio Continente, dato che VW non vuole risarcire gli Europei?), per compensare i proprietari del fatto che le loro vetture non soddisfano gli standard sulle emissioni di scarico. Il fatto s'inquadra nelle trattative fra rappresentanti di Audi e le autorità statunitensi per sanare 85 mila vetture (leggi di come Volkswagen ha barato con il TDI 3.0) che non non erano conformi con le emissioni.

TROPPO ANZIANI PER GUARIRE La sede USA di Audi ha rilasciato questa dichiarazione: “Stiamo lavorando duramente con le autorità di regolamentazione degli Stati Uniti per raggiungere un accordo e una soluzione approvata per sanare i veicoli dotati del TDI V6 3.0 litri veicoli e ringraziamo i nostri clienti per la loro pazienza La Corte ha programmato una conferenza per discutere ulteriormente della questione per il 3 novembre 2016”. Gli inizi di novembre porteranno quindi ad un aggiornamento ufficiale sulla situazione del TDI di 3.0 litri ma sembra che il buyback sarà offerto da Audi solo ai proprietari dei SUV Q7 più vecchi. Il sito di Audi USA informa i consumatori di un “avviso di violazione” emesso dall'EPA per le A6, A7 e A8 e per il SUV Q5 per i Model Year dal 2014 al 2016; la grossa Q7 estende il richiamo ai MY dal 2009 al 2016. Visitando il sito del California Air Resource Board ci si può rendere conto che il 13 luglio 2016 il CARB ha respinto piani di richiamo (identificati dai codici IUC-2016-013 e 014) per auto Audi/Volkswagen e Porsche, indicando una decina di punti che i richiami stessi non hanno soddisfatto. Notiamo incidentalmente che la procedura si riferisce a circa 16.000 veicoli venduti in California ma la vera notizia è che il “contagio” dei TDI ha colpito ufficialmente anche Porsche (avevamo citato le tensioni fra Porsche e Audi parlando dei 2 ingegneri sospesi da Volkswagen per le emissioni del 3 litri), finora nominata poco o niente.

CAUSA MILIARDARIA Ricordiamo che è in corso un contenzioso presso la Corte Distrettuale di San Francisco davanti al giudice Charles Breyer (ne abbiamo parlato nel post che riportava che il risarcimento per il dieselgate è salito a 16,7 miliardi). Autonews ha riportato che il magistrato si è detto “fortemente incline” ad approvare, nell'udienza di domani 25 ottobre, il risarcimento da 10,03 miliardi di dollari che Volkswagen intende erogare agli oltre 400 mila proprietari delle auto diesel coinvolte nel dieselgate. VW avrebbe il via libera ad un eventuale buyback ma è necessario altro tempo per considerare questioni sollevate da chi si oppone a queste ipotesi di compensazione. Alcuni degli acquirenti, per esempio, hanno sostenuto che dovrebbero ricevere l'intero prezzo d'acquisto dei loro veicoli invece del valore attuale, che è la proposta di VW.

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