Dieselgate: pronta la modifica di VW, ma molti clienti la rifiuteranno

Dieselgate: pronta la modifica di VW, ma molti clienti la rifiuteranno Ecco come Volkswagen modificherà i motori truccati

Ecco come Volkswagen modificherà i motori truccati, ma (senza controlli) in molti rinunceranno per non perdere prestazioni

26 Novembre 2015 - 11:11

La motorizzazione tedesca ha appena approvato le modifiche meccaniche e software (vedi nella fotogallery le componenti nuove) che Volkswagen intende applicare sulle auto che saranno richiamate a partire da gennaio 2016. Ma se da una parte sembrano scongiurate le minacce della KBA al Costruttore tedesco (se non avesse presentato soluzioni concrete entro fine novembre) sul fronte opposto questo richiamo rischia di diventare un'inutile caccia alle streghe. Come SicurAUTO.it ha anticipato da tempo, infatti, sono molti gli automobilisti che su forum e social network già sostengono di voler tenere l'auto così com'è per il timore di perdere prestazioni, anche in barba all'inquinamento. A rigor di logica la posizione dei consumatori italiani è comprensibile e non solo per il diverso “trattamento” rispetto a quelli americani: se dopo il richiamo l'auto resterà la stessa solo sulla carta ma meno piacevole da guidare, che senso avrebbe perdere tempo in officina? Ma prima di capire meglio la riluttanza dei clienti verso il richiamo, vediamo nel dettaglio quali saranno le modifiche che interessano i motori EA 189 1.6 TDI e 2.0 TDI (per il 1.2 TDI sarà necessario un intervento diverso).

SUL 2.0 TDI L'INTERVENTO E' PIU' SEMPLICE – La notizia delle modifiche rese note da Volkswagen rappresenta sicuramente un passo avanti verso la soluzione del puzzle enigmatico che ha stravolto i successi del Costruttore tedesco, scalzato dalla vetta della classifica mondiale da Toyota. La soluzione dunque sembra economica e a portata di mano, almeno per i motori 1.6 TDI e 2.0 TDI, anche se serviranno mesi o forse anni per completare il risanamento dei milioni di veicoli coinvolti. Le modifiche al 1.6 TDI richiederanno un fermo auto in officina di un'ora e consistono nell'installazione di un “trasformatore di flusso” direttamente davanti al misuratore della massa d'aria, in abbinamento al nuovo software che farà rientrare entro i limiti legali le emissioni di NOx. Come spiega Volkswagen in una nota ufficiale “Si tratta di una griglia che riduce la formazione di vortici d'aria (vedi immagini sotto e in fotogallery, ndr) e di conseguenza aumenta in modo significativo la precisione nella misurazione del flusso. Il misuratore della massa d'aria determina quindi in modo più preciso la quantità di aria aspirata, che rappresenta un parametro molto importante per la gestione del motore nell'ottica di un processo di combustione ottimale.” . Molto meno invasivo sarà il richiamo dei motori 2.0 TDI appartenenti alla stessa famiglia EA 189, per i quali sarà effettuato solamente un aggiornamento del software in circa 30 minuti. Sull'intervento risolutivo specifico per il motore 1.2 TDI i tecnici di Wolfsburg sono ancora all'opera ma Volkswagen anticipa che “comprenderà probabilmente un aggiornamento del software”.

“RICHIAMO? CHI ME LO FA FARE” – La premura assoluta al momento è rassicurare i clienti e c'è da scommetterci che per alcuni automobilisti le rassicurazioni di Volkswagen, che “(dopo l'intervento, ndr) non ci sarà nessun impatto negativo su prestazioni e performance”, tengono a bada lo spauracchio di ritrovarsi un'auto diversa da quella acquistata. Su forum e social network, invece, lo scetticismo dilaga: a molti non gliene frega nulla della modifica e l'idea è tenersi i motori così come sono. Se i clienti non vedranno reali vantaggi nel richiamo, come ad esempio per un airbag difettoso, i freni o in generale un intervento che riguarda la sicurezza di guida, è probabile che molti decideranno di non aderire o al massimo di rimandarlo. A pochi importa dell'ecologia e se il Ministero dei Trasporti italiano non si attiva per tracciare le auto sottoposte al richiamo con modifiche o etichette per il libretto (percorso costoso e complesso) sicuramente in tanti rinunceranno per il timore di non perdere prestazioni, tempo e rotture varie, o al massimo si limiteranno a richiederlo solo in occasione del tagliando. Risultato? Le auto taroccate continueranno a circolare indisturbate senza controlli e il richiamo che partirà dal 2016 rischia di diventare una “faccenda di famiglia” tra VW e la KBA, che per anni non si è accorta di nulla (va ricordato che il 20% di VW è di proprietà dello Stato).

CONTROLLI SULLE DIESEL A RILENTO – A proposito di controlli, ricorderete sicuramente che il Ministero dei Trasporti ha annunciato qualche mese fa controlli a campione su mille auto diesel vendute in Italia. Ma allo stato attuale la situazione procede a singhiozzo. I test annunciati dal ministro Delrio, secondo quanto abbiamo appreso negli ambienti della Motorizzazione, sarebbero iniziati solo sulle auto del Gruppo FCA, ma non sembrano ancora stati delineati i termini della gara d'appalto su chi (i test dovrebbero essere affidati al CNR di Napoli o al JRC di Ispra), cosa e quando fare i controlli.

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