Class action contro i consumi auto FCA: oltre 21.000 casi in tribunale

Class action contro i consumi auto FCA: oltre 21.000 casi in tribunale Oltre 27.000 le adesioni alla class action dei consumi bugiardi della Panda

Oltre 27.000 le adesioni alla class action dei consumi bugiardi della Panda, ma il tribunale di Torino raccoglie istanze dei privati dal 2014

12 Maggio 2016 - 07:05

C'è un dieselgate Volkswagen a livello planetario (vedi qui il file che descriveva il trucco già nel 2006), di dimensioni gigantesche; ci sono diversi altri scandali di vario genere nel mondo (vedi qui Mitsubishi, per esempio) e poi ci sono diversi casi specifici a livello nazionale. Di varia natura, ma sempre concernenti emissioni e consumi. In Italia, in particolare, Altroconsumo rende noto il bilancio sulle adesioni formali alla class action contro FCA (Fiat-Chrysler), ammessa dal tribunale di Torino. Sono state depositate presso la cancelleria nei giorni scorsi. Gli iscritti online all'azione risarcitoria sono stati 27.789; e 21.031 le domande formali depositate dai legali di Altroconsumo.

DA DOVE Le domande sono giunte da possessori del modello Fiat Panda 1.2 benzina 51 kW di tutta Italia (qui tutta la battaglia dell'associazione dei consumatori): in un'analisi per territorio, tra i più numerosi, il 20,6%, gli automobilisti della Lombardia, il 13,3% dal Piemonte, 9,63% Toscana e 9,21% Lazio. A queste, si devono aggiungere le richieste depositate direttamente dai singoli automobilisti presso la cancelleria nel capoluogo piemontese. Quante? C'è il silenzio del tribunale di Torino.

ALTRI ELEMENTI PREZIOSI Altroconsumo si riferisce poi a una vecchia questione, che già il nostro Esperto Bruno Pellegrini nel 2011 aveva evidenziato: vedi qui la beffa dei consumi ufficiali. “Sono arrivate – dice l'associazione – nuove evidenze a supporto di quanto scoperto e denunciato da Altroconsumo. L'ICCT, International Council on Clean Transportation, ha condotto uno studio che rafforza quanto già provato da Altroconsumo sui consumi bugiardi della Panda (ma anche della VW Golf): l'istituto ha determinato quanto si possa sottostimare il consumo di carburante sui rulli nel ciclo ufficiale di omologazione partendo da dati di attrito alquanto favorevoli. I risultati così costruiti sono poi presentati al consumatore finale via informazioni pubblicitarie e attraverso i concessionari, in tutta Europa”. Infatti, un'auto ha bisogno di benzina per vincere l'attrito delle gomme e dell'aria, un dato ricavato in modo unilaterale dai Costruttori e utilizzato per programmare l'attrito dei rulli, influenzando i risultati in modo determinante. Dallo studio di ICCT, “è risultato che mediamente circa un terzo della differenza tra consumi dichiarati e consumi su strada è dovuta proprio all'utilizzo da parte dei Produttori di parametri che non rappresentano verosimilmente la guida nel mondo reale”.

QUALI NUMERI I Produttori, accusa Altroconsumo, hanno sfruttato lacune nella regolamentazione dei test dai quali si ricavano i dati da applicare sul banco prova dei rulli (cosiddetto coastdown). ICCT ha testato 29 vetture. In 19 casi, per i quali è stato possibile ottenere i parametri utilizzati per l'omologazione, questi erano inferiori a quelli reali misurati da ICCT; i consumi in realtà sono mediamente del 7,2% inferiori di quelli che si otterrebbero utilizzando i corretti parametri dicoastdown.

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