Benzina: gettito fiscale in calo

Benzina: gettito fiscale in calo Nei primi sei mesi 2013

Nei primi sei mesi 2013, il Fisco avrebbe incassato 662 milioni di euro in meno rispetto allo stesso periodo del 2012

23 Luglio 2013 - 04:07

Ma allo Stato conviene spremere così tanto gli automobilisti? La domanda è lecita, visto che – dopo i continui rincari delle accise dei carburanti – ora lo Stato va a perderci.

SOTTO PRESSIONE – La tassazione abnorme che grava sui carburanti per autotrazione e la crisi dell'economia hanno determinato un effetto fortemente negativo per le casse dello Stato. Nel primo semestre del 2013 il gettito fiscale derivante dalle vendite di benzina e gasolio auto è sceso a 17,349 miliardi dai 18,012 miliardi del primo semestre 2012. Il calo è di 662 milioni ed è imputabile in larga misura all'effetto Laffer, cioè ad una tassazione specifica troppo elevata che ha fortemente penalizzato i consumi. L'effetto Laffer sui carburanti si era già verificato in dicembre 2012, ma si è pienamente manifestato nel 2013 ed è ipotizzabile che a fine anno il calo di gettito che ne deriverà sia largamente superiore al miliardo di euro. La stima è del Centro Studi Promotor ed è stata condotta sulla banca dati dello stesso Centro Studi sui consumi, i prezzi, la tassazione e la spesa per i carburanti auto.

SEI MESI IN PERDITA – Da questa fonte, risulta che nel primo semestre 2013 i consumi complessivi dei due carburanti sono calati del 5,2%, mentre la spesa del pubblico alla pompa è scesa dai 33,478 miliardi del gennaio-giugno 2012 ai 31,095 miliardi nel gennaio-giugno scorso con una contrazione del 7,1% cioè di 2,383 miliardi. Il calo della spesa è andato a danno dell'Erario, ma anche, e soprattutto, a danno della componente industriale, cioè della quota della spesa alla pompa che va all'industria petrolifera e ai distributori, quota che è scesa di ben 1,7 miliardi.

PRIMATO NON INVIDIABILE – Senza contare che il prelievo fiscale sulla filiera automotive nel 2012 vede una crescita del 3,8% rispetto al 2011, anno in cui già si erano superati i 70 miliardi di euro (+4,8% sul 2010). A causa di una crescita più contenuta del totale delle entrate tributarie nazionali negli stessi anni (+1,7% nel 2011 e +2,6% nel 2012), la percentuale rappresentata dal prelievo sul settore è salita, passando dal 16,3% nel 2010, al 16,8% nel 2011, fino a raggiungere il 17% nel 2012. “La fiscalità automotive ha quindi, purtroppo, contribuito per un punto percentuale in più al gettito tributario complessivo in soli quattro anni (era del 16% nel 2009) – ha commentato Roberto Vavassori, presidente Anfia – e la sua incidenza sul Pil continua a essere la più elevata tra i principali Paesi europei: 4,4% contro una media del 3,3%”.

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