Auto connesse: Toyota avvia i test su strada con 5 mila volontari

Auto connesse: Toyota avvia i test su strada con 5 mila volontari Toyota si aggiudica un'intera città per i test su strada delle auto connesse. L'ostacolo maggiore è mettere insieme tante auto che sappiano comunicare

Toyota si aggiudica un'intera città per i test su strada delle auto connesse. L'ostacolo maggiore è mettere insieme tante auto che sappiano comunicare

14 Aprile 2016 - 09:04

La collaborazione tra Toyota e l'Istituto di Ricerca sui Trasporti dell'Università del Michigan porterà a trasformare la cittadina di Ann Arbor nel più grande laboratorio di test per le auto connesse. Saranno 5.000 gli automobilisti comuni reclutati per far accumulare dati ai sistemi, che dovranno semplicemente seguire le proprie abitudini alla guida.

UNA CITTADINA COME TEATRO DI TEST Ann Arbor è una cittadina del Michigan che conta quasi 120.000 abitanti, e per Toyota diventerà il più grande teatro di test attualmente realizzato per la raccolta di dati in merito alle auto connesse. La possibilità di un tale investimento porterà a mettere in gioco lo scambio di dati tra automobili, fattore fondamentale per raccogliere dati sulla possibilità che le stesse dialoghino non solo tra di loro ma anche con le infrastrutture, per ottenere informazioni sulla posizione in strada o su eventuali pericoli e problemi sul percorso tracciato. Sembra un punto di svolta anche per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma e semi-autonoma, che sfruttano una base di partenza comune.

AUTOMOBILISTI COMUNI CHIAMATI IN CAUSA Nonostante si possano riprodurre molteplici situazioni in fase di test di laboratorio o di test su strada chiusa, la possibilità di raccogliere dati su strade aperte al traffico e con la totalità delle variabili in gioco è una miniera d'oro per i Costruttori. Per fare questo Toyota recluterà 5.000 automobilisti comuni e li lascerà vivere le proprie normali abitudini, ma con un'auto connessa: sul retro di ogni prototipo sarà montata una scatola che registrerà ogni variazione alla guida e si interfaccerà con gli altri muletti da test in modalità autonoma e via wireless, così da capire come far comunicare al meglio gli apparati del futuro e, soprattutto, quali tipologie di informazioni bisognerà scambiare (Hyundai già si è posta il problema della mole di dati da scambiare, leggi qui le intenzioni dei coreani). Questi box saranno appannaggio esclusivo di auto comuni, lasciando da parte, ad esempio, le Google Car che già testano su strada la guida completamente autonoma (e che arriveranno in Inghilterra, leggi qui l'accordo tra Google ed il governo UK).

SI ARRIVERA' ALLA GUIDA AUTONOMA Questo non è il primo progetto nel quale sono previsti comuni automobilisti alla guida di veicoli sperimentali (leggi qui come Volvo vuole affidare le auto a guida autonoma alle persone comuni), ma è di certo quello con la portata maggiore e che, in potenza, potrebbe ottenere i risultati più corrispondenti alle reali condizioni di “vita su strada”. Il fine ultimo resta ugualmente quello di introdurre in futuro auto a guida autonoma, poiché sfrutteranno gli stessi sistemi: la comunicazione auto-auto o auto-infrastruttura attualmente sono i principali ostacoli da superare in termini software, ma saranno di fondamentale importanza per le driverless car poiché permetterà loro di orientarsi su strada e di leggere la posizione degli altri veicoli grazie ai radar, evitando in modo più efficiente incidenti e pericoli ed aumentando la sicurezza su strada.

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