Tesla Motors liberalizza i brevetti sull'auto elettrica

Tesla Motors liberalizza i brevetti sull'auto elettrica Tesla Motors ha deciso di liberalizzare i brevetti per spingere la crescita dell'elettrico e aprire le porte alla concorrenza

Tesla Motors ha deciso di liberalizzare i brevetti per spingere la crescita dell'elettrico e aprire le porte alla concorrenza

17 Giugno 2014 - 04:06

Il futuro dell'auto elettrica sarà più vicino se le Case auto smetteranno di guardare solo nel proprio giardino. E' questo l'incipit che ha spinto il numero uno di Tesla Motors a mettere a disposizione di altri Costruttori i brevetti e il know how aziendale. L'analogia alle auto green ci sta tutta ma per rendere più verde il pianeta attraverso l'elettrificazione della mobilità bisogna mettere insieme le forze. Il primo passo di liberare le tecnologie sviluppate da Tesla dal diritto esclusivo di proprietà intellettuale è stato compiuto e secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero già i primi contatti con alcuni colossi del panorama automotive.

L'AUTO ELETTRICA E' UN'OPPORTUNITA' PER MUSK – Quando è stata fondata la Tesla Motors nel 2003, il ricorso ai brevetti per un'azienda così piccola era l'unico modo di impedire che le Case auto dalle spalle larghe divorassero in un solo boccone un pesce piccolo in un oceano immenso. Ma ora che la Casa auto californiana si è ritagliata un proprio mercato di nicchia e la concorrenza non è più una minaccia, Elon Musk, fondatore di Tesla Motors ha annunciato che l'Azienda non farà causa a chi vorrà utilizzare le tecnologie proprietarie. “Tesla Motors è stata creata per accelerare l'avvento del trasporto sostenibile. – ha dichiarato Elon Musk – Se apriamo una strada alla creazione di macchine elettriche attraenti e competitive, ma poi poniamo mine di proprietà intellettuale sul campo per rendere difficile il percorso ad altri, allora stiamo lavorando in un modo contrario al nostro obiettivo.” La generosità del genio californiano che ha co-fondato PayPAL è una mossa che spiazza ma non priva di precedenti. Jaguar-Land Rover, ad esempio, ha recentemente aperto a tutte le Case auto che producono veicoli con carrozzerie di alluminio per condividere il know how sulle tecnologie di saldatura delle leghe leggere. In realtà assistiamo da anni a gemellaggi d'interesse tra  aziende costruttrici che condividono piattaforme, trasmissioni e propulsori per abbattere i costi. Ma perché nessuno ci aveva pensato prima anche con l'auto elettrica?

GIU' LE MANI DALLE BATTERIE – Per quanto entusiasmante sia l'annuncio di Elon Musk pare che le batterie al litio non faranno parte del pacchetto “open source” che Tesla Motors è disposta a condividere per spingere l'auto elettrica, e non per volere dell'azienda californiana. Il veto sollevato da Panasonic, che produce le celle per le supercar di lusso ecologiche, però, non frena l'approdo dei primi avventori delle tecnologie “free”. Secondo indiscrezioni, infatti, pare che BMW stia negoziando l'utilizzo delle infrastrutture di ricarica che l'azienda di Palo Alto (California) sta costruendo. Ma non c'è solo questo sul lauto banchetto che Tesla è disposta a condividere con la concorrenza. La Casa auto americana, infatti, potrebbe barattare il suo know how tecnologico con lo scopo di creare economie di scala e ridurre i costi, visti gli ingenti investimenti che sta sostenendo per estendere i punti gratuiti offerti ai suoi clienti. “La vera competizione non è nella goccia di auto elettriche non-Tesla prodotte, ma piuttosto nel mare di veicoli a benzina riversati sul mercato ogni giorno dalle fabbriche di tutto il mondo” ha dichiarato Musk.

TESLA POTREBBE OFFRIRE OSPITALITA' NEL NUOVO IMPIANTO – I più maliziosi potrebbero anche pensare che la mossa di Elon Musk abbia a che fare con l'acquisizione dell'ex impianto californiano Toyota dove venivano assemblate le Corolla fino al 2010 in cambio di 50 milioni di dollari in azioni. Una conclusione plausibile se si pensa che a un'azienda con 22 mila auto elettriche vendute nel 2013 forse un impianto super tecnologico con una capacità produttiva di 500 mila auto l'anno, potrebbe stare un po' largo. Ad ogni buon conto, Tesla Motors è una delle poche Case auto che finanziano le colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Musk, infatti, crede molto nel progetto di elettrificazione e non solo negli Stati Uniti. Oltre alle 70 stazioni di ricarica ultrarapida inaugurate in America, i pannelli fotovoltaici della SolarCity (azienda di cui Musk è investitore principale e presidente del CDA) sono stati eretti in 14 stazioni supercharger Tesla in Europa (4 in Germania, 2 in Olanda, 1 in Svizzera e 6 in Norvegia), offrendo una ricarica rapida e gratuita a tutti i proprietari di una Tesla Model S. Piuttosto che sconsigliare ai clienti le proprie auto elettriche forse sarebbe più proficuo prendere esempio dalla lungimiranza visionaria di chi è partito da zero. La liberalizzazione dei brevetti di Tesla Motors è una mossa che non lascerà più spazio alle scuse di chi crede che l'auto elettrica non si possa fare senza rischiare il fallimento.

Sicurauto Whatsapp Channel
Resta sempre aggiornato su tutte le novità automotive e aftermarket

Iscriviti gratis al nostro canale whatsapp cliccando qui o inquadrando il QR Code

Commenta con la tua opinione

X